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Bari, calci e pugni per una birra: così è esplosa la violenza al San Nicola

Violenza, per motivi insignificanti come può esserlo una birra non pagata, e davanti a un bambino di soli 7 anni, terrorizzato. È questo che hanno registrato le telecamere di sorveglianza dello stadio San Nicola, nella feroce domenica di Bari-Pisa. I frame dei picchiaggi sono però diventati solida base per gli inquirenti, che dopo sole 48…
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Violenza, per motivi insignificanti come può esserlo una birra non pagata, e davanti a un bambino di soli 7 anni, terrorizzato. È questo che hanno registrato le telecamere di sorveglianza dello stadio San Nicola, nella feroce domenica di Bari-Pisa. I frame dei picchiaggi sono però diventati solida base per gli inquirenti, che dopo sole 48 ore, hanno arrestato tre persone, tra le quali il papà di quel bambino in lacrime (assistito dall’avvocato Claudio Solazzo).

La ricostruzione

Da quei frame, acquisiti dagli agenti della Digos e finiti nel fascicolo d’inchiesta sul tavolo del procuratore aggiunto Ciro Angelillis, è emersa la ricostruzione di una rissa aggravata (proprio dalla presenza del minore) nata tra componenti dello stesso gruppo ultras (i Bulldog) per motivi che nulla avevano a che vedere con il calcio né tantomeno con la tifoseria e che si sarebbe ripetuta per ben quattro volte.

La prima fase

Tutto sarebbe cominciato alle 15.55, nei pressi del fast food all’interno del parcheggio antistante i varchi di accesso alla curva nord: le telecamere inquadrano sette persone che discutono, ma a un certo punto un 48enne, di Toritto, dà uno spintone al 33enne papà del bimbo, anche lui di Toritto, che reagisce con un pugno buttandolo per terra e dopo esserci finito su, continua a colpirlo. Viene allontanato e poi picchiato a sua volta, mentre lui tenta di difendersi con pugni e calci. Si chiude così la prima fase.

La seconda fase

Il 48enne si rialza e corre verso il papà del bimbo, che si era allontanato. Ha inizio qui la seconda fase della rissa, che vede più persone picchiare il 33enne, che cerca di colpire i propri aggressori e di difendersi, allontanandosi fino ad arrivare in prossimità della parte posteriore di un furgone parcheggiato al lato del chioschetto, dove viene raggiunto da altri pugni altri. Poi lui si alza e va incontro al piccolo, prendendolo per mano.

La terza e quarta fase

Nonostante la presenza del bambino, a quel punto entra in scena il terzo arrestato, il 42enne cognato del 48enne, che colpisce al volto il papà, facendolo cadere per terra. Le immagini documentano inoltre che continua a percuoterlo con calci e pugni. A lui poi si unisce il cognato, il quale sferra diversi colpi al 33enne ancora a terra, seguito da altri. L’aggressione che avviene alla presenza del piccolo ormai terrorizzato (preso in braccio e allontanato da un altro uomo) termina soltanto con l’arrivo degli agenti, che oltre a interrompere l’azione, identificano uno degli aggressori. La quarta fase vede i protagonisti, incuranti della presenza della polizia, allontanarsi di qualche metro e continuare a picchiarsi prima di essere definitivamente separati.

Le esigenze cautelari

L’arresto per rissa aggravata eseguito ieri pomeriggio a carico anche del 42enne e del 48 enne (assistiti dall’avvocato Alfonso Amorese), è stato motivato dagli investigatori della Digos con alcune particolari esigenze cautelari. Innanzitutto, l’imminenza dei prossimi incontri di calcio della SSC Bari: i prossimi 9 e 13 maggio il Bari disputerà le ultime due gare della stagione. Per gli inquirenti, i due match potrebbero diventare utili per regolare i conti e risolvere con l’uso della violenza dissidi o problematiche.

Ma non solo. Evidenziano l’ appartenenza di tutti e tre allo stesso gruppo ultras (Bulldog) e la “mentalità ultras; secondo quest’ultima – scrivono – le controversie tra tifosi devono essere definite anche attraverso il ricorso alla violenza, escludendo la possibilità di adire le vie legali o un intervento di qualsivoglia Autorità”. E infine, la “naturale inclinazione all’uso della violenza anche in presenza di soggetti minorenni”.

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