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Bari, benessere a luci rosse: quando i centri relax nascondono luoghi di incontri a pagamento

Tra i vicoli del centro e le vie più periferiche di Bari, la parola «benessere» assume sfumature sempre più ambigue. Centri che un tempo si distinguevano per massaggi, saune e trattamenti estetici oggi attirano l’attenzione delle forze dell’ordine per attività ben lontane dal relax promesso. Negli ultimi mesi, numerose segnalazioni hanno condotto a controlli mirati:…
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Tra i vicoli del centro e le vie più periferiche di Bari, la parola «benessere» assume sfumature sempre più ambigue. Centri che un tempo si distinguevano per massaggi, saune e trattamenti estetici oggi attirano l’attenzione delle forze dell’ordine per attività ben lontane dal relax promesso.

Negli ultimi mesi, numerose segnalazioni hanno condotto a controlli mirati: quello che sembrava un innocuo centro massaggi si rivela spesso un luogo di incontri a pagamento, nascosto dietro insegne sobrie e pubblicità sui social dai toni rassicuranti.

I clienti, incuriositi dalle offerte promozionali o dai pacchetti «relax totale», non immaginano che dietro le porte chiuse si consumino appuntamenti di natura sessuale. Le autorità locali parlano di un fenomeno in crescita anche se il timore di multe pesanti o chiusure obbligatorie non sembra scoraggiare chi decide di gestire un’attività in nero, spesso facendo leva sull’ombra della legalità e sulla difficoltà di controllare ogni struttura privata.

«Abbiamo rilevato centri che operano senza licenze adeguate, con personale senza formazione professionale», conferma un ufficiale della polizia locale, sottolineando come le verifiche siano complesse ma necessarie per tutelare cittadini e lavoratori.

Ma non è solo questione di legge. Molti residenti denunciano un senso crescente di insicurezza e imbarazzo, soprattutto quando attività così delicate si nascondono in quartieri residenziali. L’impatto sociale è evidente: la percezione della città cambia, così come il modo in cui si concepisce il concetto stesso di “centro benessere”.

Le associazioni di categoria, dal canto loro, chiedono maggiori controlli ma anche strumenti chiari per distinguere chi opera correttamente da chi utilizza il marchio del relax come facciata per altro.

Tra ordinanze comunali e operazioni della polizia, Bari sembra trovarsi davanti a un bivio: valorizzare il settore del benessere o rischiare che l’abuso di facciate inganni cittadini e turisti. La città, insomma, è chiamata a scegliere: preservare la trasparenza delle attività commerciali o assistere al proliferare di strutture che promettono armonia e quiete, ma offrono tutt’altro.

Fino a quando dietro un massaggio rilassante potrebbe nascondersi una realtà molto diversa, il sospetto e la prudenza rimangono compagni inevitabili di chi varca la soglia di un centro benessere barese.

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