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Bari, si decide il destino del Comune: a breve il verdetto sullo scioglimento

Quella che si apre oggi è una settimana decisiva per il futuro di Bari e dell’intera Puglia. Entro il 9 febbraio, infatti, è attesa la decisione del Consiglio dei ministri sull’eventuale scioglimento del Comune per le (ancora presunte) infiltrazioni mafiose svelate dall’inchiesta “Codice Interno”: un verdetto che potrebbe condizionare, se non proprio azzerare, l’amministrazione del capoluogo e incidere sulle scelte dei partiti in vista delle prossime regionali.

I tempi

Il termine per la comunicazione dell’eventuale scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose scadrà domenica prossima. È logico aspettarsi il verdetto, dunque, nei giorni immediatamente precedenti quella data. D’altra parte è la legge a dettare i tempi: a fine settembre gli ispettori nominati dal Viminale hanno consegnato la relazione al prefetto di Bari che, a sua volta, l’ha analizzata per un mese e mezzo, condivisa col Comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza e trasmessa al Viminale. Ora il Consiglio dei ministri deve decidere, su proposta del ministro Matteo Piantedosi. I verdetti relativi allo scioglimento devono essere comunicati entro 90 giorni dall’invio della relazione del prefetto: considerando che il dossier è arrivato sulla scrivania del ministro Piantedosi il 6 novembre scorso, l’eventuale azzeramento dell’amministrazione dovrebbe essere reso noto nella settimana di febbraio che si apre oggi. Discorso diverso se il Governo decidesse non di sciogliere il Comune, ma di adottare altri provvedimenti su dirigenti, dipendenti e procedure di Palazzo di città: per queste misure non occorre il passaggio in Consiglio dei ministri e non ci sono termini perentori.

Le soluzioni

Sono diverse le soluzioni che il Governo può adottare. La prima, ovviamente, è quello dello scioglimento del Comune con contestuale nomina di un commissario. In realtà, questa ipotesi sembra da scartare visto che nell’inchiesta “Codice Interno” non sono coinvolti i vertici del Comune e che nella relazione condivisa dal prefetto Francesco Russo e dal procuratore Roberto Rossi non si parla di condizionamenti sul Comune ma solo sulla gestione di alcune partecipate. Ecco perché sembra lecito aspettarsi misure sull’organizzazione della macchina comunale e, più specificamente, la nomina di un commissario anche per l’Amiu dopo che il Tribunale di Bari, un anno fa, ne ha assegnato uno all’Amtab. È proprio nelle procedure di assunzione del personale nella partecipata che si occupa di trasporti, d’altra parte, che si sarebbero infiltrati gli esponenti dei clan Parisi e Palermiti del quartiere barese di Japigia.

Il risvolto politico

Lo scioglimento del Comune potrebbe avere effetti dirompenti sulle dinamiche politiche. Secondo alcuni, infatti, in caso di commissariamento il Viminale potrebbe chiedere al giudice di decretare l’incandidabilità dell’ex sindaco Antonio Decaro, oggi europarlamentare del Partito democratico e in pole position per succedere a Michele Emiliano alla guida della Regione Puglia. Un provvedimento “pesante”, dunque, potrebbe costringere il centrosinistra a riconsiderare le proprie strategie in vista delle regionali in programma nel prossimo autunno. Con la conseguenza che la partita per il vertice di Lungomare Nazario Sauro potrebbe clamorosamente riaprirsi.

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