È stata eseguita, all’ospedale Di Venere di Bari, la prima procedura di ablazione con radiofrequenza per il trattamento delle aritmie sopraventricolari. Si tratta di un approccio mini-invasivo che garantisce la risoluzione definitiva del disturbo nel 90-95% dei casi.
L’innovazione, comunica l’Asl Bari, rappresenta un significativo passo avanti nella cura dei disturbi del ritmo cardiaco che spesso incidono pesantemente sulla qualità della vita, provocando palpitazioni, vertigini e affanno.
Il primo intervento è stato eseguito dalla dottoressa Rosanna Valecce e dall’équipe del laboratorio di Elettrofisiologia. L’avvio delle procedure è frutto di una collaborazione strategica con l’ospedale Miulli di Acquaviva delle Fonti e l’équipe del professor Massimo Grimaldi, che ha curato la formazione del personale.
La tecnica di ablazione con radiofrequenza è uno degli approcci terapeutici più efficaci e duraturi.
L’intervento, effettuato in anestesia locale, ha una durata media di una o due ore e consente una degenza brevissima, con dimissione prevista in giornata o il giorno successivo. I benefici per chi soffre di aritmie sono immediati e duraturi: oltre alla risoluzione del disturbo, si registra una minore necessità di farmaci antiaritmici, un rapido recupero delle normali attività e un sensibile miglioramento della qualità della vita.










