La bara di Cesare Diomede, figlio di Biagio – considerato uno degli esponenti di spicco della mafia barese -, sarebbe stata portata a spalla nella sede dell’Amiu, municipalizzata del Comune di Bari che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti.
Sarebbe accaduto nel settembre del 2011 e questo sarebbe, stando a quanto si apprende, uno degli episodi che porterà il prefetto di Bari, Francesco Russo, a decidere se commissariare la società comunale al termine degli accertamenti della commissione di accesso che ha portato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a decidere di non sciogliere il Comune di Bari per infiltrazioni mafiose, ma ad avviare l’iter di commissariamento per alcune aziende comunali e a sanzionare diversi dipendenti, anche della Polizia locale.
Cesare Diomede fu ammazzato a colpi di pistola a 39 anni, il 28 agosto 2011, a Bari: era un sorvegliato speciale, indagato per fatti di droga. Lui e diversi suoi parenti erano dipendenti dell’Amiu.
La storia dell’omaggio a Cesare Diomede è emersa dal verbale di un “pentito” e all’epoca sarebbe anche stata segnalata in Procura dall’allora sindaco Michele Emiliano.
Per gli ispettori e il ministero dell’Interno, come si apprende, sarebbe indice di quella «agevolazione occasionale» della criminalità organizzata che consente alla Prefettura di disporre la «prevenzione collaborativa». Significa che verrà nominata una terna di esperti per garantire il «tutoraggio» della società e adottare «provvedimenti organizzativi di risanamento».