È successo ancora, dopo quella del runner, un’altra aggressione è avvenuta al lungomare di Bari più o meno alla stessa altezza della precedente. Una ex dirigente di un ente pubblico è stata aggredita davanti al circolo Barion, mercoledì sera, senza un perché. Era lì per un evento quando le si è avvicinata una ragazza che le ha sbattuto in fronte un bicchiere di plastica pieno di vino rosso che le si è versato addosso rovinandole cappotto e vestiti.
La denuncia
A denunciare l’accaduto, attraverso i social, è stata Nunzia Bernardini, giornalista e avvocato ed ex presindente della Commissione parti opportunità della Regione Puglia. «Ero con la vittima dell’aggressione – racconta – Aveva parcheggiato l’auto poco distante da me e mi stava venendo incontro. Le si è avvicinata questa ragazza, bionda straniera e con un soprabito chiaro, che senza dire niente le ha sbattuto in fronte un bicchiere di vino in plastica allontanandosi come se niente fosse».
Hanno assistito alla scena i parcheggiatori abusivi sostenendo che la ragazza non fosse nuova a fare cose simili essendo una frequentatrice del posto. «Abbiamo poi chiamato i vigili – prosegue il racconto -ma ci siamo stretti nelle spalle perché la ragazza si era ormai allontanata». Nunzia Bernardini si è poi soffermata ad accendere i riflettori sul disagio sociale. «È evidente che la ragazza avesse dei problemi, anche perché sembrava sotto effetto di bevande alcoliche, ma mi preme ci si confronti sul tema del disagio sociale e sull’insufficienza, sul territorio, dei servizi d’igiene mentale, ai quali è difficilissimo accedere a causa di una procedura complicatissima che non prevede che il singolo possa fare richiesta di aiuto. L’altro problema su cui intervenire sono i Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, insufficienti per le necessità del territorio».
Nunzia Bernardini si è poi soffermata sull’accoltellamento a Milano e sulla paura delle donne d’essere aggredite per strada. «È nostra intenzione ora, mia e della mia amica – aggiunge -rivolgerci all’arcivescovo, una voce neutra di questi tempi, affinché intervenga per attivare forme di aiuto per chi soffre di forme di disagio mentale».