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Arresti nel Barese, un “market della droga” a Palo del Colle: «Avevano armi da guerra pronte all’uso» – VIDEO

«La cosa più preoccupante» emersa dall’indagine che oggi ha portato all’arresto di otto persone ritenute vicine al clan Strisciuglio tra Palo del Colle, Bari e Bitonto «è l’invasione di stupefacenti anche in centri più piccoli rispetto alla città, dove gli effetti sono maggiori anche sulle famiglie e sulla criminalità più piccola». Lo ha affermato il procuratore di Bari, Roberto Rossi, a margine della conferenza stampa in cui è stato illustrato il blitz.

«Il consumo di stupefacenti non solo è un problema per l’afflusso di denaro verso i clan, ma crea anche problemi seri per i cittadini», ha aggiunto.

Rossi ha lodato la «capacità investigativa estremamente importante» di pm e forze dell’ordine.

Il coordinatore della Dda di Bari, Francesco Giannella, ha invece sottolineato come il gruppo avesse «disponibilità di armi, anche da guerra, e propensione al loro facile utilizzo per dirimere questioni di vario genere».

Il riferimento è in particolare al tentato sequestro di Riccardo Campanale (ritenuto vicino al clan Parisi) nel quartiere Japigia di Bari del 6 novembre 2019. Un episodio, questo, che rientra tra gli effetti della «guerra di Japigia» del 2017 tra il gruppo facente capo ad Antonio Busco e quello del clan Palermiti per il controllo dello spaccio nel rione, al termine della quale diverse persone vicine a Busco passarono con gli Strisciuglio.

«Questa spedizione avrebbe potuto causare una nuova guerra e fu organizzata esplicitamente» per colpire un personaggio importante del clan Parisi, ha spiegato il pm della Dda Fabio Buquicchio. Al blitz parteciparono in cinque.

«Nel corso delle indagini sono stati fatti 15 acquisti simulati di droga» grazie al coinvolgimento degli agenti undercover e «si è arrivati ad avere contatti per la cessione di un chilo di cocaina», uno scambio che però non si fece a causa della prima ondata del Covid, ha sottolineato Filippo Portoghese, capo della squadra mobile di Bari.

L’attività degli agenti undercover, fatta con il supporto del servizio centrale operativo, è «non semplice e richiede una capacità di immergersi in quella che è la criminalità e comporta attività che riguardano determinati settori, e quando c’è una squadra coesa come in questo caso si possono raggiungere ottimi risultati», ha detto a margine della conferenza il questore di Bari, Massimo Gambino.

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