Un sistema di corruzione monitorato da un anno, ma che secondo gli inquirenti e come emerge dalle intercettazioni, era insito nella stessa gestione degli appalti: «Si fa così», dicevano.
È la struttura che sosteneva, secondo i finanzieri del nucleo di polizia tributaria del comando provinciale di Bari, coordinati dalla pm Savina Toscani, un’associazione a delinquere tra funzionari della Asl Bari e imprenditori, interrotta con gli arresti di stamattina.
Sei persone sono finite in carcere, 4 ai domiciliari, altri 7 gli indagati.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, gli appalti per la manutenzione degli ospedali della Asl Bari (la quarta in Italia) venivano affidati a imprenditori amici in cambio di denaro contante e beni di lusso. Diciassette le borse griffate sequestrate, assieme a 250mila euro. Tutto nelle abitazioni degli amministratori.
Altri 70mila, probabilmente pronti per essere consegnati, ancora in dotazione degli imprenditori.
L’indagine nasce da una intercettazione, disposta nell’ambito dell’inchiesta sulla Protezione civile a carico di Donato Mottola, arrestato e condannato in quella indagine.
Quattro gli appalti più importanti monitorati in un anno di indagine, molti quelli sotto soglia affidati direttamente. Tra i quattro, anche la tanto attesa realizzazione del Gabbione all’ospedale San Paolo, il reparto per ospitare i detenuti con patologie.
Le indagini sono state svolte con l’ausilio delle intercettazioni, oltre che con appostamenti e pedinamenti. Sull’importanza delle intercettazioni in inchieste come questa si è pronunciato il procuratore capo Roberto Rossi, sottolineando che se entra in vigore la disciplina sui 15 giorni di intercettazione, questa indagine non si potrà fare. Il procuratore ha anche evidenziato come sia stato necessario adottare misure repressive, visto che quelle preventive, come l’anti corruzione, non hanno funzionato.
Ulteriori verifiche sono in corso su altri funzionari mentre si continua a esaminare il materiale sequestrato nelle ultime ore.
In carcere sono finiti Nicola Sansolini (l’ingegnere e direttore dell’Area tecnica dell’Asl Bari fino a gennaio del 2024 e poi dirigente dell’Uoc di Ingegneria clinica), i funzionari Nicola Iacobellis (responsabile dell’edilizia sanitaria dell’Asl Bari), Concetta Sciannimanico (funzionaria dell’Uoc Area gestione tecnica dell’Asl Bari), l’imprenditore Giovanni Crisanti (amministratore della Costruzioni Bioedili srl), il rappresentante Ignazio Gadaleta (legale rappresentante della Gadaleta Ignazio srl) e l’imprenditore Nicola Minafra (titolare della Falegnameria Moderna di Ruvo di Puglia). Agli arresti domiciliari, invece, sono stati posti Paola Andriani (moglie di Iacobellis), Nicola Murgolo (legale rappresentante della Costruzioni Murgolo), Cataldo Perrone (titolare della Perrone Global service srl) e Giuseppe Ricci (agente di rappresentanza e referente dell’Asl Bari della società Ism – Impianti servizi medicali srl).
Le accuse sono, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, falso e turbativa d’asta.