Nuovi dettagli emergono dall’inchiesta sulla corruzione negli appalti della Asl di Bari. Nicola Iacobellis, uno dei principali indagati, si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia, ma oggi si sarebbe mostrato poco collaborativo con gli inquirenti.
Il funzionario, arrestato il 12 novembre scorso, è accusato di aver fatto parte di un’associazione a delinquere che avrebbe truccato gli appalti in cambio di tangenti. Secondo gli inquirenti, Iacobellis avrebbe avuto un ruolo di primo piano, ideando un sofisticato sistema per nascondere i pagamenti illeciti.
«Iacobellis avrebbe ordinato beni di lusso attraverso cataloghi online, facendoli acquistare da imprenditori complici e pagandoli in contanti – ha spiegato il pubblico ministero -. Le banconote venivano poi nascoste in una stampante dell’ufficio per evitare di lasciare tracce».
L’indagine ha portato alla luce un sistema corruttivo ben organizzato, che avrebbe fruttato a Iacobellis circa 115mila euro in pochi anni. Anche la moglie del funzionario è coinvolta nelle indagini, accusata di averlo istigato a chiedere mazzette per soddisfare il suo “desiderio di lusso”.
Iacobellis si era avvalso della facoltà di non rispondere in sede di interrogatorio di garanzia, ma oggi – da quanto apprende l’ANSA – non sarebbe stato particolarmente collaborativo con gli inquirenti