Cauti nel parlare al telefono, abili nello scambiarsi carteggi di persona, fuori dagli uffici. Al massimo, la documentazione incriminata viaggiava su Telegram e sulle altre piattaforme più o meno sicure di messaggistica. La personalità degli otto indagati, come emerge dagli atti d’indagine, ricorda molto quella degli altri oggetto del primo filone, dal quale è originato.
E cioè quello sugli appalti Asl pilotati, nel qual sono coinvolti funzionari e imprenditori: un nucleo di potere smantellato solo grazie alla capacità degli inquirenti di stanare, grazie alle microcamere piazzate nelle stanze e nelle auto, le dazioni di denaro. I telefoni, anche in quel caso, restavamo muti, né elementi investigativi utili arrivavano dalle piattaforme di messaggeria, sempre tenuto sotto controllo.
Le cautele
Nei decreti di perquisizione notificati ieri agli otto indagati, si evidenziano, quindi le “cautele adottate dagli indagati per eludere possibili attività di indagine e di intercettazione telefonica e ambientale e delle modalità di interlocuzione tra gli stessi pubblici ufficiali, intermediari e l’imprenditore – si legge ad esempio in quello notificato al sindaco Gianni Mastrangelo – anche attraverso incontri di persona fuori dagli uffici dal comune di Gioia del Colle, in luoghi privati e pubblici difficilmente monitorabili”. Elemento che conferma, ancora una volta, come qualunque step del presunto accordo illecito tra politici, funzionari e l’imprenditore, venisse portato avanti con particolare cura e attenzione dagli indagati.
I documenti scambiati
Si fa presente, inoltre, “lo scambio informale di documentazione cartacea o digitale finalizzato a turbare le procedure ad evidenza pubblica in trattazione in favore di Mottola e altri correi nonché l’invio di detta corrispondenza attraverso sistemi di messaggistica istantanea e caselle di posta elettronica personali”.
I luoghi
Perquisizioni e sequestri, quindi, sono stati condotti “nell’abitazione e ogni altro luogo nella disponibilità” degli indagati, negli uffici presso i Comuni coinvolti, in tutti “i luoghi chiusi adiacenti e/o pertinenziali ai predetti immobili nonché di qualunque altro immobile che dovesse emergere nella sua disponibilità, anche per interposta persona”.
E ancora, “nei veicoli o motoveicoli di proprietà o comunque nella disponibilità”. Eseguite perquisizioni personali, sequestrati telefoni cellulari, tablets e tutti gli altri dispositivi elettronici di qualsiasi natura”, ma anche supporti sui quali potrebbero essere stati archiviati i documenti incriminati.