Scintille in Commissione regionale Ambiente chiamata ieri a esaminare possibili soluzioni alla legge pugliese sull’acqua pubblica impugnata dal Governo. La seduta ha evidenziato posizioni diverse sul tema.
La destra all’attacco
Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Francesco Ventola, ha attaccato a testa bassa il governo regionale e la soluzione adottata dal Consiglio: «Dopo 20 anni passati inutilmente, ci troviamo a porre rimedio a una legge sbagliata ab origine e oggi strumentalizzata per fini politico-elettorali da parte del centrosinistra e per giunta in assenza del governo, in particolare l’assessore Raffaele Piemontese, che a marzo scorso se n’è infischiato degli alert che consigliavano di interloquire con il Governo nazionale». Poi la stoccata al presidente di Aqp, Domenico Laforgia, che «sui giornali attacca il Governo e l’Antitrust, mentre in Commissione si è limitato a evitare commenti, ciò che avrebbe dovuto fare dall’inizio visto che il suo non è un ruolo politico ma tecnico». Di qui l’invito di Ventola a individuare un percorso condiviso con il governo nazionale e a rispettare il desiderio dei pugliesi di aver l’acqua pubblica.
La proposta di Amati
Sulla questione è intervenuto Fabiano Amati di Azione che ha illustrato i quattro motivi dell’impugnazione da parte di Palazzo Chigi. A partire dal divieto di cedere le azioni di Aqp con legge regionale, il cambio di assetto societario prima della scadenza della concessione (31 dicembre 2025), la legittimità di una società veicolo per realizzare gli effetti del sistema del controllo analogo (in house providing), i poteri dei comuni titolari del servizio per rispettare le regole del sistema in house. Obiezioni superabili, a detta di Amati, tanto che il presidente della Commissione Bilancio ha annunciato la presentazione di una nuova proposta di legge che si potrebbe far visionare ai Ministeri competenti prima dell’approvazione. Amati propone il trasferimento diretto delle azioni in capo ai comuni, senza l’intermediazione della società veicolo, realizzando una sorta di cooperativa fra i Comuni per la gestione del servizio effettuando tale operazione di trasferimento dopo la scadenza del 2025. Una linea non condivisa dalla Giunta, dal Pd e dal presidente di Aqp che vorrebbero dare battaglia al Governo difendendo il testo impugnato dinanzi alla Corte costituzionale: un “azzardo”, in quanto l’eventuale bocciatura della legge pugliese sull’acqua spalancherebbe le porte alla gara europea e alle multinazionali.