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La storia della maestra barese “Zia Martina” a Le Iene: «Per me a 14 anni c’è l’età del consenso»

«Io non mi sento condannata moralmente. Io penso che ci siano persone che non capiscono, e giudicano male. Però io sono assolutamente tranquilla». Lo ha detto – intervistata da Matteo Viviani a “Le Iene” – la 48enne Daniela Casulli, maestra di Bari conosciuta sul web come Zia Martina, recentemente assolta in secondo grado dalle accuse di pornografia minorile e corruzione di minorenne.

In primo grado, Casulli era stata condannata a sette anni e tre mesi di reclusione dopo essere finita anche ai domiciliari, nel 2021. Nell’estate di quell’anno, la donna – che era maestra al Nord ed era tornata a Bari per le vacanze – avrebbe avuto rapporti sessuali con un ragazzo di 15 anni e un altro avrebbe filmato. Con lo stesso adolescente avrebbe girato un ulteriore video durante un rapporto sessuale, questa volta alla presenza di un 13enne.

I video sarebbero stati anche trasmessi in diretta su Instagram nel corso di una chat a cui avrebbe partecipato anche un 12enne. A denunciare erano state le mamme dei ragazzini.

Ad annunciare l’assoluzione da parte della Corte d’Appello era stata la stessa maestra, sui social. La Corte, scriveva, «con questa assoluzione piena, ha voluto ristabilire il valore della giustizia e della legalità, prendendo chiaramente le distanze da una gestione del processo che aveva mostrato gravi criticità».

Nel corso della trasmissione di Italia 1 andata in onda ieri sera, la maestra barese ha evidenziato che «Per me una persona dai 14 anni in su ha l’età del consenso. Lo prevede il codice penale dal 1930. E quindi voglio dire, per me non c’era assolutamente nulla di male ad avere contatti soprattutto se l’iniziativa partiva dall’altra parte».

Zia Martina ha assicurato che «non ho avuto incontri con persone sotto i 14 anni. Le persone che incontravo avevano 14 anni, 15 anni, 16 anni».

La maestra non ha mai negato, neanche in precedenza, di aver avuto incontri di natura sessuale con minorenni sopra i 14 anni ma ha sempre assicurato di non aver commesso reati relativi ai filmati e alla loro diffusione sui social. Non ci sarebbe stata la consapevolezza del fatto che ai video assistevano anche ragazzi sotto quell’età.

«Per questo – ha ricordato il legale della 48enne, David Terracina – è stata assolta con la formula che “il fatto non costituisce reato”, manca il dolo del reato di corruzione di minorenni».

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