La Zes unica non dovrà essere “emporio”, ma una grande opportunità per tutte le imprese, che potranno beneficiare di tempi certi per la realizzazione dei loro investimenti, e per i territori del Sud, di cui saranno rispettate le diverse vocazioni. Manlio Guadagnuolo dissipa così i timori espressi da Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil, secondo il quale la Zes unica complicherà l’attuazione delle politiche di sviluppo del Mezzogiorno.
Il commissario straordinario della Zes Adriatica dimostra di avere le idee chiare sull’architettura dell’organismo, introdotto col decreto Sud, che entrerà in funzione il primo gennaio 2024: «Sarà un’opportunità per tutte le imprese di qualsiasi dimensione in quanto, con l’estensione delle Zes all’intero territorio delle otto regioni del Sud, chiunque potrà beneficiare di tempi certi e brevi per l’ottenimento delle autorizzazioni uniche necessarie per sviluppare iniziative imprenditoriali e realizzare nuovi investimenti».
Il timore, espresso dalla Uil così come da diversi altri attori del dibattito pubblico, è che per la Zes unica vengano adottate politiche di sviluppo “onnicomprensive”, dunque poco rispettose delle diverse vocazioni dei territori. Secondo Guadagnuolo, però, questo pericolo potrà essere scongiurato delineando, attraverso il Piano strategico, «una Zes unica che non sia un “emporio” ma che dia vita ad aree specializzate per filiere produttive, in funzione delle vocazioni del territorio stesso». Spazio, quindi, a volani di sviluppo come turismo e tecnologia: «La Zes unica – aggiunge il commissario – è una grande occasione per valorizzare e potenziare i territori a forte vocazione turistica, di cui le regioni del Mezzogiorno sono particolarmente ricche. Inoltre, l’approccio tecnologico consente di innovare i processi produttivi e rafforzare le competenze». In questo contesto, i porti dovranno mantenere una rilevanza strategica visto che «hanno un ruolo vitale per lo sviluppo dell’intero Paese». «Il potenziamento delle loro infrastrutture, nonché la stretta connessione intermodale con le aree produttive Zes – precisa Guadagnuolo – non possono che creare un effetto moltiplicatore per lo sviluppo dei traffici e la velocizzazione del trasporto delle merci».
Un altro timore è che la Struttura di missione, chiamata a coordinare le politiche di sviluppo della Zes unica, non sia rapida ed efficace come invece si sono dimostrati i commissari nel rispondere alle istanze delle aziende. «Intanto – rassicura Guadagnuolo – ci stiamo organizzando per poter gestire al meglio il picco di istanze che, in fase transitoria, noi attuali commissari dovremo lavorare a partire dal primo gennaio 2024. Il mio intento è quello di creare le condizioni per poter trasmettere alla Struttura di missione il lavoro svolto, in maniera tale che il passaggio possa avvenire senza ritardi nella lavorazione delle istanze, rispettando pienamente i termini di legge».
Dell’esperienza delle Zes singole, in ogni caso, qualche elemento dovrà pur essere conservato. Anche su questo il commissario dell’Adriatica dimostra di avere pochi dubbi: «Sicuramente la capacità di dare risposte agli imprenditori in tempo reale, anche ai fini della risoluzione di tutte le problematiche inerenti ogni singolo progetto di investimento ancor prima della presentazione delle istanze di autorizzazione unica allo sportello unico digitale».
