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Voci misteriose come litanie e strane presenze nel castello di Monopoli

Strane presenze, fantasmi che infestano castelli, entità che non trovano pace, sono argomenti che ciclicamente sono al centro di programmi televisivi e reportage giornalistici molto seguiti. Le storie di fantasmi spesso, affondano le proprie radici nella cultura popolare, in episodi veramente accaduti nel corso della storia di un popolo e poi coloratisi di un alone…

Strane presenze, fantasmi che infestano castelli, entità che non trovano pace, sono argomenti che ciclicamente sono al centro di programmi televisivi e reportage giornalistici molto seguiti. Le storie di fantasmi spesso, affondano le proprie radici nella cultura popolare, in episodi veramente accaduti nel corso della storia di un popolo e poi coloratisi di un alone di mistero sempre più fitto con l’andare dei secoli. Anche le mura del Castello di Monopoli sembrano celare fantasmi.

«Quando negli anni sessanta ero ragazzino – racconta un residente del centro storico – giocavo con altri ragazzi coetanei sul porto vicino al castello o dietro al molo Margherita. Mia madre per spaventarci, specialmente di sera, ci diceva di non fare tardi altrimenti la signora ci avrebbe presi e portati con sé. Riuscivano a spaventarci sempre, era buio». L’intervistato si riferisce alla ‘fémn mazz e tamborr’, ovvero la donna o la signora con il tamburo, leggenda diffusa soprattutto fra le famiglie monopolitani di pescatori e tutti quelli che abitavano nel centro storico vicino al porto zona castello. Qualcuno sostiene di aver visto, nella notte o all’alba, una figura femminile con abiti bianchi e un tamburo. Altri, invece, sostengono che il fantasma si aggiri sul Molo Margherita, luogo frequentato abitualmente dalle coppiette in cerca di intimità: in questo caso la donna col tamburo li disturberebbe per preservare la castità delle ragazze. Secondo altri, invece, si tratterebbe di una donna spagnola che risiedeva nel castello con il proprio consorte il quale, partito per via mare, non fece più ritorno a casa avendo perso la vita a causa di un naufragio. «Nel castello di Monopoli – commenta Mario Contino, studioso e ricercatore – sicuramente non c’è l’entità di cui si parla nella leggenda e che io credo sia frutto soltanto dell’immaginazione dei monopolitani, che hanno creato questa figura per tenere alla larga i bambini da un posto pericoloso come poteva essere il Castello qualche decennio fa. All’interno del Castello di Monopoli però, c’è sicuramente qualche entità, perché quando siamo andati a ricercare, dei dati oggettivamente validi sono emersi. Abbiamo usato strumentazione in grado di ampliare la percezione umana, quindi farci percepire qualcosa di normalmente invisibile alla vista e strumentazione in grado di farci ascoltare negli ultrasuoni e negli infrasuoni, quindi frequenze non udibili all’orecchio umano. Abbiamo rilevato una specie di chiacchiericcio, una specie di litania troppo confusa, però, senza rischiare di cadere in quello che è il fenomeno della pareidolia (illusione) acustica, ma oggettivamente questo chiacchiericcio anomalo era presente. All’interno del castello del Castello, nella ex cappella, abbiamo rilevato campi elettromagnetici anomali e in questa stanza nel momento in cui ho insistito interpellando un’eventuale entità affinché si manifestasse, è comparso sulla mia schiena un graffio, scomparso in pochissimo tempo».

L’auspicio di Contino, che intanto ha pubblicato il suo ultimo libro dal titolo “2021. Gli ufo sono reali”, è che l’Amministrazione comunale consenta di continuare e concludere le indagini nel castello di Monopoli.

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