“Vita e libertà” per le donne iraniane: in 300 al sit in a Bari

In tanti sono scesi in piazza e hanno preso parte al sit in della comunità iraniana a Bari per supportare e mostrare vicinanza ai loro connazionali che in questi giorni stanno protestando in Iran contro il regime teocratico della Repubblica islamica iraniana che opprime le donne. Al grido di «Donna, vita e libertà», e intonando «Bella ciao», circa 300 persone si sono riunite nel pomeriggio di ieri vicino la Prefettura in segno di ribellione.

In Iran le proteste sono iniziate a seguito della morte della 22enne Mahsa Amini, deceduta il 16 settembre scorso dopo essere stata arrestata e torturata dalla “polizia morale” perché non portava il velo in modo appropriato, per una ciocca di capelli che fuoriusciva. E proprio in Iran, negli scorsi giorni ha preso vita un movimento di ribellione guidato dalle donne che, proprio al grido «Donna, vita, libertà», stanno diffondendo il proprio messaggio al quale si stanno, pian piano, unendo anche le piazze delle principali città occidentali.

Nel capoluogo pugliese, al fianco della comunità iraniana e delle associazioni del territorio, era presente anche Francesca Bottalico, assessora al Welfare, che ha tagliato una ciocca dei suoi capelli in pubblico: un gesto diventato il simbolo, sui social e in tutto il mondo, della protesta internazionale contro la rigida dittatura iraniana. «Chiediamo a gran voce maggiore libertà per le donne rispetto a quanto imposto dal regime iraniano che negli ultimi anni è diventato sempre più restrittivo – ha commentato Francesca Bottalico – Esprimiamo solidarietà a quanti, donne e uomini, studenti e attivisti, stanno scendendo in piazza a rischio della propria vita». Durante il sit-in, anche molte delle donne presenti in piazza si sono tagliate una ciocca di capelli per mostrare solidarietà a Mahsa, e a tutte coloro che non possono vivere liberamente in Iran. Inoltre, sono stati simbolicamente bruciati alcuni veli in segno di protesta. «A costo di morire siamo tutti Mahsa», e ancora, «Tu fai la guerra e la facciamo anche noi», «No alla guerra, no alla dittatura», sono alcuni degli slogan pronunciati a Bari dai manifestanti. «Il nostro impegno – ha aggiunto l’assessora – continuerà con la comunità iraniana, giovedì 13 ottobre, nell’Esedra per la prima del film “Gli orsi non esistono“, premio speciale della giuria all’ultima Mostra del cinema di Venezia, del regista iraniano Jafar Panahi, anch’egli vittima del regime e attualmente detenuto. L’opinione pubblica internazionale, l’Europa, il nostro Paese non possono restare indifferenti».

Morteza Keyhan, uno degli organizzatori della manifestazione, ha sottolineato: «Siamo soddisfatti dell’adesione a questo evento al quale partecipano iraniani e italiani insieme. La cosa bella è che il messaggio di libertà per cui si battono studenti e donne in Iran sia arrivato anche a Bari: mi fa molto piacere». La comunità iraniana di Puglia chiede «a tulle le istituzioni democratiche della Puglia – si legge tra le motivazioni del sit-in – di esprimere le loro solidarietà alle legittime rivendicazioni della popolazione iraniana e delle donne iraniane che guidano queste proteste. Per solidarietà con i familiari delle centinaia di ragazze e ragazzi uccisi durante le manifestazioni anti regime; e per solidarietà con le migliaia studenti in carcere».

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