«Offrire alle donne che chiedono aiuto risposte qualificate e articolate in ragione anche delle esigenze legate alla necessità di sostegno economico e dell’inclusione socio-lavorativa». È questo l’obiettivo, spiega l’assessora regionale al Welfare, Rosa Barone, dei 2,5 milioni di euro stanziati dalla Giunta pugliese per il potenziamento delle forme di assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli.
Nel dettaglio, un milione di euro è destinato al sostegno e al potenziamento dei centri antiviolenza privati esistenti, mentre 790mila euro vanno alle case rifugio; 400mila euro vengono indirizzati a interventi che favoriscano il sostegno abitativo, il reinserimento lavorativo e più in generale per l’accompagnamento nei percorsi di fuoriuscita dalla violenza.
Le ulteriori risorse sono destinate al rafforzamento della rete dei servizi attraverso il consolidamento o l’attivazione di sportelli e punti di ascolto dei Cav regolarmente autorizzati; alla realizzazione di due case per la prima emergenza, a carattere temporaneo, da dedicare alla protezione delle donne, sole o con figli, vittime di violenza, la cui valutazione del rischio è medio-alta; alle azioni di formazione attraverso la collaborazione con le Università pugliesi nonché ad azioni di informazione, comunicazione e formazione.
Al 31 dicembre 2022 sono 28 i centri antiviolenza operativi in Puglia, con sedi autorizzate alle quali si aggiungono ulteriori 37 sportelli autonomi e 49 sportelli di appoggio. Alla stessa data risultano operative 18 case rifugio (8 di primo livello e 10 case per la seconda accoglienza).
I Centri per uomini autori di violenza sono 6, uno per ogni provincia, collegati alle reti dei servizi territoriali antiviolenza. Nel 2022 sono stati 2.258 i nuovi accessi ai Cav e alle case rifugio.
«Stiamo lavorando per sviluppare un sistema di interventi stabili e diffusi capillarmente su tutto il territorio per il contrasto alla violenza sulle donne», commenta l’assessora Barone.