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Villaggi turistici nelle aree abbandonate: in Puglia nasce il progetto della “green” Zes

Un villaggio turistico all’interno di un opificio abbandonato, come le vecchie marmerie sul litorale di Polignano a Mare e Monopoli. Riuso e rivalorizzazione di siti industriali in disuso per fini turistici sono le parole chiave della green Zes, il programma, partito due anni fa, che punta a incrementare il flusso di visitatori nella Zona economica…

Un villaggio turistico all’interno di un opificio abbandonato, come le vecchie marmerie sul litorale di Polignano a Mare e Monopoli. Riuso e rivalorizzazione di siti industriali in disuso per fini turistici sono le parole chiave della green Zes, il programma, partito due anni fa, che punta a incrementare il flusso di visitatori nella Zona economica speciale Adriatica.

Il progetto è stato messo a punto in un incontro, presso la Camera di Commercio di Bari, a cui hanno partecipato il commissario della Zes Adriatica Manlio Guadagnuolo, l’assessore regionale al Turismo Gianfranco Lopane, il delegato Confimpresa Nicola Diomede e la presidente Aetb Giovanna Castrovilli.

All’ordine del giorno, il binomio tra Zes e turismo e le implicazioni positive che potrebbe avere per il territorio pugliese. L’obiettivo è frenare quanto più possibile il ricorso al cemento, riutilizzando intere aree abbandonate all’interno della Zes e trasformarle in luoghi adatti ad ospitare i turisti. Inoltre, queste strutture dovranno essere totalmente autoefficienti, attraverso l’installazione di pannelli solari o pale eoliche. Il progetto potrebbe portare all’inaugurazione sia di singole strutture ricettive che di villaggi diffusi.

«Ho immaginato il recupero delle vecchie strutture come previsto dall’impegno delle Zes – spiega Castrovilli – che devono essere autoalimentate, perché se dobbiamo raggiungere il traguardo della transizione dobbiamo iniziare a realizzarla sul territorio». Per le aree affacciate sulla costa ci sarebbe anche un elemento in più che la rivalorizzazione potrebbe comportare. Si tratta della possibile realizzazione di porti, case galeggianti e canteristica per la costruzione di imbarcazioni ad energia solare, che favoriscano l’impiego del fotovoltaico nella nautico.

Dall’1 gennaio, le Zes del Mezzogiorno dovrebbero essere raggruppate in un’unica Zes. Un provvedimento a cui i protagonisti della green Zes guardano con interesse. «Burocraticamente il discorso potrebbe anche farsi più veloce, dandoci la possibilità di accedere ad agevolazioni fiscali e di intercettare i bandi», è il ragionamento di Castrovilli. La green Zes, dunque, porterebbe benefici sul fronte dell’ambiente, garante il riuso di siti abbandonati e bloccando la cementificazione, oltre ad utilizzare fonti rinnovabili. Ma c’è anche un altro aspetto per cui vale la pena proseguire sulla strada del riuso ed è quello dell’occupazione, che la nascita di nuove strutture ricettive potrebbe aiutare ad accrescere nel Mezzogiorno.

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