Via libera dal Cipess al progetto per il terminal per bus extraurbani in via Capruzzi a Bari

Via libera dal Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (Cipess) a oltre un miliardo e mezzo di euro destinato a opere immediatamente cantierabili in tutta Italia. Tra queste c’è il progetto definitivo della Stazione ferroviaria di Bari centrale, con la realizzazione del parcheggio per bus extraurbani nell’area ferroviaria ex “Officine Rialzo” in via Capruzzi, con un limite di spesa di circa 6,4 milioni di euro, nell’ambito del programma delle infrastrutture strategiche per la riqualificazione e la realizzazione delle infrastrutture complementari alle grandi stazioni.

«Esattamente in coerenza con il modello di mobilità che intendiamo percorrere dal ministero si va verso la vera intermodalità, con la possibilità di passare rapidamente da ferro a bus», ha commentato il sottosegretario per il Coordinamento della Politica economica alla presidenza del Consiglio Alessandro Morelli, della Lega.

Non si fa attendere la risposta dell’opposizione, con il deputato pugliese del Partito democratico e capogruppo Pd in commissione Bilancio a Montecitorio, Ubaldo Pagano che sottolinea che «dal Cipess aspettiamo da due anni l’approvazione del decreto di riparto di più di 21 miliardi di euro di risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021-27, di cui grossa parte è destinato al Mezzogiorno».

Benvenga, dunque, l’approvazione dei progetti da parte del Cipess (oltre alla stazione di Bari, anche la Pedemontana piemontese e il sistema filoviario di Verona) ma, afferma Pagano, «non possiamo constatare che la montagna ha per l’ennesima volta partorito un topolino».

Le risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, spiega ancora, «sono fondamentali per lo sviluppo dei territori sia perché contribuiscono direttamente alla realizzazione di opere pubbliche, sia perché riescono a generare un circolo virtuoso nel sistema economico. Oggi, regioni come la Puglia, campioni nell’utilizzo dei fondi europei (quasi il 95% delle risorse assegnate nello scorso settennato nell’ambito FESR ed FSE) sono ferme al palo perché si è accumulato un ritardo sulla ripartizione dell’FSC nonostante il Governo precedente avesse già predisposto la Delibera di riparto. Speriamo che Meloni & Co. si diano una bella svegliata, perché tra autonomia differenziata e fondi che non arrivano il Mezzogiorno sta per collassare sotto i colpi della destra leghista e sovranista», conclude.

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