Sessantesimo sito riconosciuto dall’Unesco in Italia – che certifica il primato mondiale del Paese – quinto in Puglia insieme al santuario di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, che con le faggete vetuste della Foresta Umbra ne conta due, i trulli di Alberobello e Castel del Monte ad Andria.
È la via Appia che vede la Puglia tra le regioni protagoniste sia per quanto riguarda l’estensione sia per la qualità dell’itinerario con la Regione che, in questo contesto, si candida «assieme alle altre regioni dalle quali passa l’arteria, assieme ai comuni, a far parte del soggetto che si occuperà dell’utilizzazione».
Ad affermarlo è il presidente della Regione, Michele Emiliano, intervenuto ieri all’evento celebrativo per l’iscrizione della via Appia nella lista del Patrimonio mondiale Unesco alla presenza del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, del sottosegretario alla Cultura Gianmarco Mazzi e dei rappresentati delle istituzioni pubbliche e private coinvolte nel percorso di candidatura.
«La responsabilità che la Regione Puglia assume nella dimensione storica, ma anche contemporanea di questo evento, è coerente con l’impegno che il Governo, il ministro e il sottosegretario hanno messo per sostenere questa grande idea di popolo», ha aggiunto Emiliano, evidenziando che «la via Appia è stata un’idea di popolo partita dal basso, arrivata e raccolta con intelligenza dal governo, e realizzata con equilibrio tra istituzioni culturali, singoli cittadini ed istituzioni».
La via Appia
L’Appia Regina Viarum rappresenta una tra le più grandi infrastrutture dell’impero romano. Tracciata per esigenze militari per connettere rapidamente Roma a Capua, fu successivamente estesa fino a Brindisi, diventando una strada di grande comunicazione commerciale e di connessioni culturali.
Da qui proviene l’appellativo “regina viarum”, attribuito dal poeta Publio Papinio Stazio per esprimere l’insieme dei valori e significati politici, economici, sociali e di comunicazione che l’hanno resa la strada più famosa e celebrata, dall’antichità fino ai giorni nostri.
L’impegno della Puglia per l’utilizzo e la tutela della via Appia
Sono 22 i tratti di strada maggiormente rappresentativi del valore universale di questo sito straordinario, che entra in Puglia a Rocchetta Sant’Antonio, sui Monti Dauni, e scende giù fino a Brindisi, il punto di arrivo, passando per Taranto.
La Puglia celebrerà il riconoscimento della via Appia come Patrimonio Unesco attraverso una serie di eventi culturali e paesaggistici dedicati, ma soprattutto lavorando al consolidamento della rete istituzionale, pubblica e privata che è nata e si è sviluppata negli anni della candidatura e che oggi deve rappresentare la solida base su cui costruire un progetto sostenibile di valorizzazione, gestione e promozione della via Appia, rimettendo per il suo tramite la Puglia e il Mezzogiorno al centro della scena mondiale.
La via Appia e i Cammini
In questa direzione, nell’ambito del Sistema integrato di Cammini e Itinerari storico culturali costruito meticolosamente negli ultimi anni, la via Appia rappresenta senza dubbio un potente strumento che si colloca al centro delle politiche di sviluppo sostenibile della Regione Puglia.
L’obiettivo è quello di coinvolgere attivamente le comunità e i territori, rafforzando l’offerta di nuovi attrattori, fondamentali per lo sviluppo in chiave turistica e culturale delle aree interne, tutelando e valorizzando l’immenso patrimonio ancora inespresso che giace lungo il tracciato, facendone attivatore di sviluppo e progresso.