Da domani all’11 novembre i dipendenti della Baritech, azienda che ha annunciato la chiusura con la conseguente perdita di 117 posti di lavoro, terranno una serie di presidi in città (anche durante l’assemblea di Confindustria Bari dove interverrà il presidente Bonomi) in risposta a quello che i sindacati definiscono un «comportamento scorretto e irresponsabile» dell’azienda.
«L’azienda – spiegano – ha dichiarato di non voler attivare la cassa integrazione per transizione occupazionale e nello stesso tempo ha rigettato le manifestazioni d’interesse da parte di due nuovi possibili acquirenti, tacciandole per insufficienti e generiche e, difatti, smentendo quanto dichiarato dal presidente della Task Force della Regione Puglia Leo Caroli, lo scorso 25 ottobre, giorno in cui si è svolto l’incontro presso il Comitato Sepac (per le aree di crisi industriale) al quale non hanno partecipato i vertici della Baritech perché non hanno ritenuto utile confrontarsi con istituzioni, lavoratori e sindacati».
«Una chiusura totale dunque – evidenziano i sindacati – anche nei confronti dell’azione messa in campo dal Comitato Sepac. Si tratta di un atteggiamento cinico da parte della proprietà che in questi anni si è concentrata esclusivamente sul profitto garantito grazie al lavoro dei dipendenti che, pur di salvaguardare l’occupazione, sono riusciti in un mese ad acquisire le competenze per produrre meltblown, materiale essenziale per le mascherine».
«Ricordiamo – concludono – inoltre che la società ha potuto godere non solo di un accordo di fornitura con la struttura commissariale per l’emergenza Covid-19, ma anche di agevolazioni e contributi pubblici e che oggi in spregio a questi benefici e a quello che dovrebbe essere il principio di responsabilità sociale come recita la nostra Costituzione, scarica i lavoratori non ritenendoli più indispensabili».