Il sogno di fare l’attrice, realizzato ogni giorno. Valentina Romani è giovane – classe ‘96 – ma la sua carriera nel mondo dello spettacolo è lanciatissima. Il successo con la serie “Mare fuori”, icona di migliaia di ragazzine che nel suo sorriso solare si ritrovano, dall’altra parte della tv. L’attrice ieri sera è stata ospite dei Dialoghi di Trani con il suo primo libro, “Guarda che è vero”, edito da Rizzoli, e presentato nella biblioteca comunale.
Che esperienza sta vivendo qui ai Dialoghi?
«Mi sento davvero ben accolta. Amo Trani, per me è un ritorno, ci sono già stata l’anno scorso per girare “Gerri”, una serie che vedremo presto sulla Rai. La puglia è una terra meravigliosa, sono felicissima di vivere questa esperienza con il mio primo romanzo».
Da dove nasce l’esigenza di scrivere questo libro?
«Al centro della storia c’è il concetto di verità. Oggi viviamo in un mondo in cui tutto si muove velocemente, ci risulta difficile essere onesti anche con noi stessi. Il più delle volte apri un social, quasi in automatico metti un like. Ma quella cosa poi, ti piace davvero?».
Che rapporto ha con i social?
«Direi molto sano. Soprattutto negli ultimi anni, quando mi sono resa conto di quanto sia sottile il limite perché diventino tossici. Ho cercato il più possibile di dosare, di essere attenta. Mi ci diverto, ci gioco, ci lavoro. Se usati nella giusta misura possono essere uno strumento interessante e utile».
Parliamo della sua carriera da attrice. Dove inizia la voglia di mettersi in gioco con questo lavoro?
«Non c’è stato un vero momento in cui ho pensato “ora faccio l’attrice”. È stata una necessità, derivante da una vocazione. Credo molto nel potere delle storie, e questo lavoro da l’opportunità di affrontare tematiche e realtà che mi appassionano, facendomi allo stesso tempo conoscere meglio me stessa. Un connubio perfetto insomma».
C’è stata, quando era più piccola, un’attrice che le ha fatto pensare “Anch’io voglio fare questo lavoro”?
«Tantissime. Vivo di innamoramenti periodici (ride ndr). Quando ero piccola ero pazza di Angelina Jolie, che ancora oggi per me è meravigliosa».
Il più recente?
«Barbara Ronchi. Ha una emotività e una potenza straordinaria».
Ha interpretato in “Mare fuori” un ruolo che la caratterizza molto. C’è il rischio di rimanere intrappolati in un personaggio?
«A “Mare fuori” devo moltissimo. Mi ha dato un successo enorme e inaspettato. Non ho paura di questo rischio, il pubblico è intelligente e sa che hai, come attrice, tante possibilità davanti a te. Mi fido molto dei miei fan, con loro ho istituito anche un book club (sorride ndr)».
Come vive il mondo dello spettacolo?
«È una realtà che sa essere spinosa. Però sono una persona tendenzialmente entusiasta, tendo a vedere sempre il bicchiere sempre mezzo pieno. Ogni esperienza che mi capita è sempre diversa, mi da la spinta per andare avanti, lasciandomi esplorare sempre più personaggi e lati di questo lavoro. È una sfida continua, e a me piacciono le sfide».
Nel 2017 il movimento “Me too” ha segnato un solco, a tutela delle donne molestate sul lavoro. Era molto giovane in quel perido…
«Ero più giovane e sicuramente più inconsapevole».
Come vive oggi lo strascico che ha generato?
«Con responsabilità, perché sono cresciuta. Da qualche anno faccio parte di “Una. Nessuna. Centomila”, una fondazione che si occupa di assistere i centri anti violenza. Un tema che ho a cuore. Se noi artisti abbiamo modo di dar voce e vicinanza, è giusto schierarsi con decisione».
Ha mai ricevuto proposte che non l’hanno fatta sentire a suo agio sul set?
«No, e mi ritengo fortunata per questo. Mi rendo conto però che anche negli anni in cui ero più giovane, questo tipo di episodi sono frequenti».
E continuano ad esserlo, in tutti gli ambienti di lavoro…
«Assolutamente. E mi sento grata per non essermi mai trovata a fronteggiare qualcosa del genere».
Dove si vede domani?
«Non vorrei sembrare retorica, ma mi piace molto il mio presente. Tendiamo sempre a volere di più, senza renderci conto che abbiamo tanto. Sto facendo quello che sognavo sin da bambina, vivo un sogno».
C’è un regista con cui le piacerebbe lavorare?
«Si, moltissimo, Luca Guadagnino».
Va al cinema?
«Sì, sto aspettando di vedere i film che sono stati presentati alla Mostra di Venezia. Sono curiosa di “Vermiglio” e “Il tempo che ci vuole”».
Che si aspetta dall’incontro che avrà col pubblico qui a Trani?
«Vorrei far nascere delle riflessioni, facendo nello stesso tempo divertire. Spero ci divertiremo tutti insieme (sorride ndr)».