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Urbanistica a Trani, l’allarme Oikos sui complessi edilizi in zona Colonna: «Fermate lo scempio»

«Qualcuno fermi questo scempio». È il campanello dall’allarme lanciato dall’associazione Oikos sulla trasformazione urbanistica in corso nella zona sud della città, più precisamente nella zona di Colonna, che negli ultimi anni è stata interessata da numerose nuove edificazioni. Si tratta soprattutto di grandi complessi edilizi, giganti di cemento, che stanno snaturando la natura della zona.…

«Qualcuno fermi questo scempio». È il campanello dall’allarme lanciato dall’associazione Oikos sulla trasformazione urbanistica in corso nella zona sud della città, più precisamente nella zona di Colonna, che negli ultimi anni è stata interessata da numerose nuove edificazioni. Si tratta soprattutto di grandi complessi edilizi, giganti di cemento, che stanno snaturando la natura della zona.

La polemica

«Laddove prima c’erano gli spazi verdi privati, ora spuntano villoni e stabili condominiali tra discutibili cessioni volumetriche» scrive Oikos, puntando il dito su «cessioni tra lotti distanti e con diverse destinazioni urbanistiche, SCIA in alternativa a permessi a costruire e volumi che sembrano elevarsi oltre le altezze massime. Lentamente e inesorabilmente – aggiungono gli iscritti – l’aggraziato ed elitario quartiere residenziale si sta trasformando in un quartiere anonimo e con poco verde, grazie agli abbattimenti degli alberi nelle aree pubbliche e private e le costruzioni moderne una attaccata all’altra».

La “città giardino”

Oltre a scagliarsi contro l’amministrazione per l’evoluzione urbanistica, Oikos sottolinea il mancato rispetto nei confronti di Enrico Bovio, ingegnere e architetto barese che ideò la “città giardino” di Colonna. Cugino del filosofo Giovanni Bovio, Enrico è un tranese d’adozione che in città visse a lungo e dove fu sepolto. Tra le sue opere tranesi ci sono il Supercinema, la scuola De Amicis, il liceo De Sanctis e la chiesa Sacro Cuore. «Spiace dover constatare che questo nostro illustre concittadino, citato in numerose riviste specializzate, sia stato dimenticato dai tranesi e finanche dalla commissione toponomastica, che nel 2009 bocciò la richiesta di toponimo. Spiace, soprattutto, assistere impotenti allo stravolgimento della città giardino, sorta a partire dal 1930, in città cemento» conclude Oikos.

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