Un orto da coltivare nel carcere di Foggia: il lavoro nei campi per il reinserimento sociale dei detenuti

La coltivazione dei campi come strumento di rieducazione e di reinserimento sociale dei detenuti. L’importante progetto sperimentale, intitolato “Natura libera”, è partito ieri nel carcere di Foggia, con l’inaugurazione di un piccolo tenimento agricolo, affidato –almeno in questa prima fase dell’iniziativa- alle cure di cinque detenuti. A “tagliare il nastro”, alla presenza delle autorità istituzionali e ai rappresentanti del terzo settore del territorio, è stato il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Giovanni Russo, che ha sottolineato rispondenza del progetto con la funzione rieducativa della pena sancita dalla Costituzione.

La rilevanza fondamentale della collaborazione tra istituzioni, volontariato e mondo della scuola è stata rimarcata dalla direttora della Casa circondariale di Foggia, Giulia Magliulo. «Mi è piaciuta dal primo momento – ha detto – l’idea del valore terapeutico del lavoro agricolo. I detenuti sono coinvolti nel ciclo vitale dei frutti e, così come la terra si reinventa, possono trarre ispirazione per rigenerare se stessi, vedendo i prodotti crescere tra le proprie mani».

Ringraziamenti e riconoscimenti sono andati al personale del carcere di Foggia –tra cui il comandante Giovanni De Candia, la Capo area trattamentale, dott.ssa Valentini, la Capo area contabile dott.ssa Rubino – ma anche le istituzioni scolastiche. In particolare, Luigi Talienti, dirigente scolastico dell’istituto “Lecce” di S. Giovanni Rotondo, con uno dei suoi docenti, il professore Matteo Soccio che ha elaborato la parte tecnica del progetto.Dopo una formazione teorica, i detenuti hanno avviato, sui terreni incolti presenti all’interno dell’Istituto penitenziario foggiano, la coltivazione di ortaggi, oltre che l’allevamento di galline con la conseguente produzione di uova. I frutti del loro lavoro saranno venduti nello spaccio interno degli agenti penitenziari a prezzi contenuti, contribuendo anche al benessere loro e delle loro famiglie.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Exit mobile version