Il 7% della popolazione italiana vive in territori dove non ci sono agenzie bancarie.
È quanto emerge dall’ultima analisi avviata da Fabi – Federazione autonoma bancari italiani.
Seppur i numeri della Puglia risultano abbastanza confortanti (3,6%), preoccupano quelli che riguardano la Basilicata. Qui l’ 11,9% della popolazione fa i conti con l’assenza di un istituto bancario sul territorio. Il dato è in linea con la media di tutto il Mezzogiorno e delle isole, l’11%, ed è sintomatico di problemi ben più gravi quali contrazione nella ricerca di personale specializzato e isolamento economico finanziario di quella fetta di popolazione che non ha ancora un accesso completo a strumenti quali l’e-banking. «La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela delle banche, che potranno svolgere sempre meno il ruolo sociale a servizio di famiglie e imprese. Ma la classe politica non se ne preoccupa abbastanza» commenta il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.
La mappa della rete italiana degli sportelli bancari restituisce la fotografia di una Italia a tre velocità. La desertificazione bancaria risulta molto accentuata nel Sud e nelle Isole, si tratta di 2,1 milioni di soggetti residenti in Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Calabria, Puglia, poi nelle isole Sicilia e Sardegna. Più contenuto, il fenomeno al Nord dove gli italiani senza banca sono 1,6 milioni pari al 6% del totale. Nettamente meno preoccupante, poi, la questione se si volge lo sguardo al Centro.
Su tutto il territorio italiano sono più di 4 milioni gli italiani senza banca, cioè gli abitanti del 3 062 comuni, quasi tutti “piccoli comuni”, cioè con una popolazione sotto i 5000 abitanti, nei quali non sono più presenti le filiali bancarie.
Dalla ricerca, realizzata incrociando i dati statistici della Banca d’Italia e dell’Istat aggiornati a fine 2021, emerge, dunque, il vistoso allontanamento delle banche dai territori, di pari passo all’avvento delle nuove tecnologie, che spingono a promuovere canali digitali, e alla comune attenzione, da parte dei vertici del settore bancario, alla riduzione dei costi. Così, mentre quasi tutte le banche si affrettano a chiudere le agenzie – fondando questa strategia sull’aumento della clientela che preferisce accedere ai servizi bancari coi canali digitali – c’è una fetta rilevante della popolazione italiana che di fatto è dimenticata: una situazione che inevitabilmente creerà enormi disagi anche di tipo pratico sia per le famiglie sia per le imprese, specie quelle più piccole. Gli strumenti digitali, infatti, non sono ancora così accessibili e diffusi a tappeto, sia per ragioni anagrafiche sia per una scarsa copertura della rete internet nel territorio nazionale, che dovrebbe essere implementata secondo gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Secondo Paolo Baldassarra coordinatore Fabi Bari «l’abbandono dei territori da parte delle banche è l’ennesimo tassello che compone il desolante mosaico dell’economia al Sud del Paese. Nel corso degli anni abbiamo assistito alla scomparsa di intere aziende bancarie, incorporate da gruppi o da altre banche con sedi lontane. Appare dunque evidente la difficoltà di accesso al credito, che dall’analisi Fabi colpisce per oltre il 50% il Sud e le Isole, per molte delle persone che risiedono qui, in particolare modo gli anziani. A ciò si aggiunge un’annosa e irrisolta questione sociale: in un territorio in cui la malavita organizzata affonda le sue radici, il rischio di lasciarle ampi spazi di azione nel settore creditizio si fa sempre più temibile. Riteniamo necessaria una netta inversione di tendenza, che possa rendere nuovamente la presenza di sportelli bancari volàno delle economie meridionali».