L’aeroporto di Grottaglie trasformato in un grande hub al servizio dell’agricoltura. È l’idea della Regione Puglia che oltre ad individuare nello scalo ionico la “base” regionale dell’aerospazio, non dimentica le sue finalità cargo.
Secondo Coldiretti, nei prossimi dieci anni l’agroalimentare pugliese può offrire 100mila posti di lavoro. Affinché ciò avvenga, però, è necessario colmare il gap infrastrutturale logistico che fa perdere competitività alle imprese agricole e agroalimentari regionali.
A illustrare il piano intermodale chiama in causa anche Grottaglie è stato negli scorsi giorni l’assessore regionale all’Agricoltura Donato Pentassuglia.
«Servono trasporti efficienti sulla linea ferroviaria e snodi portuali e aeroportuali per le merci che ci permettano di portare i nostri prodotti rapidamente da sud a nord del Paese e poi in ogni angolo d’Europa e del mondo visto che la densità delle nostre infrastrutture è più bassa rispetto ad altri Paesi. Basti pensare che ogni 100 km quadrati abbiamo 5,5 chilometri di ferrovie contro gli 11 della Germania. Inoltre, serve un task-force che permetta di rimuovere con maggiore velocità le barriere non tariffarie che troppo spesso bloccano le nostre esportazioni», ha affermato Alfonso Cavallo, presidente Coldiretti Puglia.
«L’Unione Europea ha disposto che entro 2030 il trasporto su ferro delle merci debba raggiungere almeno per il 30 per cento il totale delle progettualità – afferma Coldiretti Puglia – quando siamo ancora solo al 6 per cento. Secondo i dati Istat la Puglia è in ritardo rispetto anche al Mezzogiorno per dotazione di rete ferroviaria – 20,8 km per 100mila abitanti, rispetto al 27,8 della media del Sud – così come per la rete autostradale sono 1,3 km per 10mila autovetture contro la media di 1,7 del Mezzogiorno e di 2 del Nord del Paese». Le esportazioni di prodotti agroalimentari in Puglia pagano a caro prezzo il gap della logistica, denuncia la Coldiretti regionale, che scontano il peso della burocrazia, di prezzi decisamente più alti, di reti che non funzionano. «In Puglia il trasporto su ferro si ferma a Bari. Se l’Italia non investe nelle vie di trasporto, soprattutto su rotaia, l’ortofrutta spagnola continuerà ad arrivare, arrecando danno alle produzioni agroalimentari pugliesi. Un chilo di uva da tavola per arrivare da Rutigliano a Bruxelles deve percorre 1800 chilometri e da Murcia a sud della Spagna a Bruxelles 2000 Km. Dalla Puglia il viaggio dura 48 ore, da Murcia solo 36 ore», ha insistito il direttore regionale, Pietro Piccioni. Esiste una situazione di oggettiva mancanza di competitività in termini di efficienza e di costi per logistica e trasporti in Puglia dove l’export agroalimentare, oltre agli scambi storici e consolidati verso la Germania, deve essere aiutato ad imporsi in Francia, Polonia, Regno Unito e Svizzera, oltre a Benelux, Scandinavia, Spagna, Albania, Grecia, oltre ai Paesi extra Ue. In questo scenario è importante il raddoppio delle risorse per l’ agroalimentare con la nuova versione del PNRR che ha incluso le richieste di Coldiretti per il settore che ha dimostrato grande capacità progettuale, con il rifinanziamento di oltre 2 miliardi per i contratti di filiera agroalimentare, pesca e foreste ma importante è anche la misura Parco Agrisolare, il cui obiettivo finale è stato portato a oltre 1,3 gigawatt.
«Si tratta del più grande stanziamento economico – conclude Coldiretti – destinato all’agricoltura, considerando anche le risorse destinate alla logistica che aumenteranno la competitività delle imprese, consentendo di recuperare il gap con altri Paesi, ma ora è fondamentale che tali risorse vengano utilizzate fino all’ultimo da un modello di filiera risultato vincente bisognerà potenziare la struttura amministrativa di tutti gli uffici che dovranno dare attuazione a tale imponente piano che può segnare un vero punto di svolta per l’ulteriore rilancio del settore».