«È stato innanzitutto un incontro tra Paesi che in questo momento stanno affrontando insieme una guerra, perché di questo si tratta. Una guerra nella quale l’Italia non è impegnata direttamente, ma tutte le forze armate europee e della Nato sono impegnate nell’addestramento e nel rifornimento di armi all’Ucraina per aumentare la sua capacità di resistenza all’invasione». Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a margine dell’incontro che si è tenuto questa mattina nella sede della Prefettura a Bari con l’Ambasciatore straordinario e plenipotenziario d’Ucraina in Italia, Yaroslav Melnyk.
Emiliano ha sottolineato che, nella guerra in atto, «è soprattutto in ballo la libertà e la democrazia dell’Ucraina, ma anche un principio fondamentale che la nostra costituzione spiega bene: cioè che l’Italia ripudia la guerra come meccanismo di soluzione delle crisi e delle controversie internazionali. A questo principio ha però rinunciato la Federazione Russa, ritenendo che i suoi interessi strategici minacciati potessero essere risolti con una invasione militare».
All’incontro era presente anche la prefetta di Bari, Antonella Bellomo, e il vicesindaco di Bari, Eugenio Di Sciascio.
«Se fosse stata scelta la strada della discussione internazionale diplomatica – ha proseguito Emiliano – probabilmente oggi avremmo una crisi altrettanto tesa ma senza centinaia di migliaia di vittime, molte delle quali, tra l’altro, innocenti. I morti non ci sono solo tra i militari ma anche tra la popolazione civile. Bisogna immediatamente far cessare le ostilità ripristinando il diritto internazionale. Come in tutti i conflitti, le guerre si risolvono con la diplomazia», ha concluso il presidente della Regione Puglia.
Sulla situazione che si sta vivendo in Ucraina, Melnyk ha spiegato che «stiamo controllando la situazione e vediamo, dopo le dichiarazioni del Cremlino, quali passi concreti saranno fatti. Per questo abbiamo chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu e speriamo che questo tema sia molto ben discusso da tutti i partner alleati e da tutti i Paesi del Mondo. La minaccia con gli armamenti nucleari – ha rilevato – non porta solo la minaccia all’Ucraina, ma a tutti i popoli. Non ci sono confini tra i Paesi che possono bloccare le conseguenze dall’uso di questo tipo di armamenti e non possiamo giocare con il fuoco, con gli armamenti nucleari».