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Turismo, parla la travel blogger Manuela Vitulli: «Ben venga il lusso anche in Puglia ma non ovunque»

«La nostra Regione è enogastronomia, ambiente e artigianato, non solo belle spiagge. Un potenziale unico, anche in termini di accoglienza, proprio per questo motivo dobbiamo continuare a lavorare con attenzione anche al rapporto qualità prezzo dei servizi offerti». Ad affermarlo è Manuela Vitulli, travel blogger pugliese con occhio critico «di chi ha visto tanti luoghi».…

«La nostra Regione è enogastronomia, ambiente e artigianato, non solo belle spiagge. Un potenziale unico, anche in termini di accoglienza, proprio per questo motivo dobbiamo continuare a lavorare con attenzione anche al rapporto qualità prezzo dei servizi offerti». Ad affermarlo è Manuela Vitulli, travel blogger pugliese con occhio critico «di chi ha visto tanti luoghi».

In Puglia il turismo è in crescita anche quest’anno.

«Siamo migliorati dal punto di vista della consapevolezza. Rispetto a qualche anno fa conosciamo il nostro potenziale. Prima ci muovevamo in punta di piedi, oggi non più. Al turista estero piacciamo, questa presa di coscienza è positiva. Anche la frase urlata in dialetto dai cittadini, per le vie di un centro storico, non è più vissuta con sospetto è considerata esperienza di viaggio. Tutto questo si è trasformato in calore. Certo poi ci sono tante eccezioni sul territorio».

Ad esempio?

«Il Gargano è sempre stato votato al turismo. Vieste con tutti gli ingressi che ha da sempre, ha fatto un po’ da apripista. Il Salento segue a ruota. Bari e Valle d’Itria sono ormai esplose, Taranto e l’Alta Murgia hanno avviato recentemente un processo di promozione del territorio e già si vedono i primi risultati. Proprio qui è necessario lavorare nella direzione del turismo estero. Tutto il tarantino è sempre stato votato a quello interno. Adesso deve emanciparsi e la città deve definitivamente liberarsi dall’immagine di “città industriale”».

Ci sono buone possibilità che questo accada?

«Taranto ci darà delle bellissime soddisfazioni. Il sentiment è positivo, e un po’ per osmosi, grazie alla vicinanza di paesi come Manduria che sono esplosi in questi anni, stanno aumentando anche le richieste. La crescita del territorio circostante con le masserie darà un input non indifferente alla città cosi come è successo per Bari, che almeno inizialmente era solo un luogo di transito».

In cosa bisogna migliorare?

«I trasporti sono un grosso neo. Alcuni ristoratori mi raccontano che spesso fanno servizio navetta gratuito per i propri clienti. Mi rendo conto che il servizio pubblico non può arrivare ovunque e servire tutte le masserie della Regione, sarebbe impensabile. Si potrebbe tuttavia ragionale in un’ottica di destagionalizzazione del turismo. È anche importantissimo tenere sempre i piedi per terra in termini di rapporto qualità-prezzo dei servizi».

Il tema del caro prezzi in vacanza ha conquistato le prime pagine dei giornali.

«Io non farei di tutta l’erba un fascio. Bisogna sempre considerare vari fattori. Ci sono aree che hanno da tempo iniziato, con successo, a posizionarsi nella fascia del turismo di lusso, investendo quindi sia su servizi che personale altamente specializzato. Certo è difficile che tutta la regione si inserisca in questo tipo di mercato».

Perché?

«Le regioni italiane votate al turismo, Sardegna e Campania ad esempio, hanno zone attrezzate per soggiorni molto costosi e altre aree dedicate al turista di fascia media, che rappresenta comunque una grande fetta di mercato. In Puglia oggi manca proprio questa consapevolezza: ogni area dovrebbe avere il proprio “mondo” di riferimento. È necessario definire quello che si può offrire al cliente, decidere chi sono i destinatari dei servizi offerti e muoversi in quella direzione».

Negli anni è cambiato molto anche l’approccio del turista.

«Prima il mio blog intercettava un utente di nicchia, più consapevole, adesso con Instagram o Facebook c’è una maggiore diffusione del messaggio. La frenesia ha invaso anche questo settore. Poi c’è tutta la questione che riguarda la nascita delle community».

Che ruolo hanno avuto i social?

«Oggi l’idea del viaggio è alla portata di tutti e questo è un aspetto molto positivo. Il rovescio della medaglia riguarda il processo di ostentazione dei posti che si visitano e la necessità di mostrarsi in un luogo. Condividere è un fenomeno che coinvolge un po’ tutti. Alla fine ciascuno di noi ha il potere di essere influencer per qualcuno altro. Per questo motivo è sempre importante non farsi solo stregare dalle belle foto ma cercare sempre un riscontro, selezionare i punti di riferimento. I social sono un mezzo potentissimo, muovono le masse. Promuovere territori che non sono pronti ad accogliere grandi numeri è un pericolo per il territorio stesso. Raccontare i luoghi oggi è una responsabilità».

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