Trasporti, Italia a due velocità: il Sud ancora a rilento e in Puglia crollano i pendolari

Sono 889 le corse giornaliere dei treni in Lombardia. Quelle in Molise? Solo 28. L’età media dei convogli in circolazione al Nord è di 11,9 anni. E al Sud? Addirittura 18,5. Senza dimenticare che mancano collegamenti diretti tra grandi città come Napoli e Bari e la tratta Andria-Corato è ancora inattiva dopo sei anni e mezzo dal tragico incidente che costò la vita a 23 persone. Basterebbero questi dati, contenuti nel dossier Pendolaria 2023 di Legambiente, per fotografare un Paese a due velocità o, meglio, spezzato in due.

Anche nei trasporti, dunque, il divario tra Nord e Sud è insostenibile. E in questo contesto è evidente la situazione di profonda difficoltà in cui versa la Puglia dove, su un totale di 1.542 chilometri di rete ferroviaria, il 39,7% è ancora a binario unico e il 42,8 non risulta ancora elettrificato. Le corse giornaliere sono 889, il che colloca la regione a metà della classifica nazionale che, come anticipato, vede la Lombardia prima con 1.273. L’età media dei convogli è di 15,5 anni, in linea col valore medio nazionale, ma il 43,4% della flotta è costituito comunque da treni con più di 15 anni di anzianità. In questo scenario, non meraviglia il fatto che il numero di viaggiatori si sia ridotto del 65% rispetto al periodo pre-pandemico.

Legambiente, inoltre, ha stilato un elenco delle linee peggiori, cioè di quelle situazioni emblematiche dalle quali bisognerebbe partire per rilanciare l’offerta di trasporto pubblico su ferro, decongestionare le città, abbattere i livelli di inquinamento e migliorare la qualità della vita delle persone. Un esempio? Non solo la tratta Corato-Andria, dove sono stati effettuati lavori di raddoppio dei binari ma non ci sono certezze sui tempi di riapertura, ma anche la Bari-Bitritto, per la quale si è ancora in attesa dell’affidamento del servizio ferroviario con treni nuovi ed efficienti. «La Puglia deve farsi coraggio per trasformare radicalmente la mobilità – sottolinea Ruggero Ronzulli, presidente regionale di Legambiente – ma soprattutto per risolvere le criticità che da troppi anni tengono in ostaggio pendolari e cittadini».

Il futuro, tuttavia, sembra roseo. “Merito” dei 797 chilometri di nuove linee ad alta velocità in cantiere o finanziati, del potenziamento dei collegamenti trasversali, dell’elettrificazione e dell’installazione di sistemi di sicurezza su 1.635 chilometri di rete. «Le infrastrutture previste per i prossimi anni sono rilevanti – conclude Ronzulli – L’obiettivo dev’essere quello di rigenerare gli ambiti urbani e metropolitani a partire dal sistema dei trasporti come perno su cui far ruotare le azioni di recupero delle aree periferiche e degradate».

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