Piccoli, ma costanti passi in avanti per risolvere l’ingarbugliata situazione dell’azienda di servizi alla persona Vittorio Emanuele II di Trani. A coordinare le attività è Daniele Santoro che dal novembre 2022 è commissario straordinario della casa di riposo. Da allora, su mandato della regione Puglia, sta cercando di sbrogliare la complicata matassa, tra la gestione di beni mobili e immobili e soprattutto risanare una situazione debitoria iniziale di quasi 1 milione e 800 mila euro. Dieci in totale i beni immobiliari di proprietà dell’ente, tra fabbricati, terreni e locali, oltre a un appartamento e un villino.
La situazione ereditata
«Quando ho ricevuto il mandato – ricorda Santoro – mi sono subito messo al lavoro per capire le reali problematiche dell’ente che non aveva un patrimonio economico, ma solo immobiliare. Non c’era un regolamento e l’ultimo bilancio risaliva al 2014. Ho scritto così nuovi regolamenti, approvati dal dipartimento Welfare della Regione Puglia, per partire con un piano di rinascita. Dopo il primo rinnovo, a marzo 2024 sono stato riconfermato per portare a compimento i progetti iniziali».
Il primo luglio si sono svolte le attività di bonifica di uno dei terreni di proprietà dell’ente, in zona Capirro I. Le operazioni, in collaborazione con Arif Puglia, impediranno lo sviluppo di eventuali incendi anche nei terreni limitrofi. Come anzidetto l’asp è proprietaria anche di diversi immobili, alcuni dei quali saranno messi in vendita.
L’obiettivo
È ottenere introiti che permetteranno di risanare i debiti e iniziare a pensare in maniera puntuale a una pianificazione a lungo termine. «Per i beni disponibili – dice Santoro – abbiamo avviato la procedura per la vendita. A giorni parte l’asta per tre immobili. Successivamente si procederà con le altre proprietà».
Gli abusivi
In alcune di queste, però, vivono sette famiglie per le quali è stato richiesto lo sfratto. «Nel 2017 in seguito a un accordo sottoscritto tra Comune di Trani e l’ex commissario Asp – ricorda Santoro – hanno iniziato a vivere in queste proprietà con un’autorizzazione che sarebbe dovuta essere provvisoria, in vista di una sistemazione definitiva in altri alloggi. A oggi, però, le famiglie sono ancora all’interno degli stabili. Spero che il Comune possa trovare per loro una sistemazione congrua».
Invece, per la struttura di via Cappuccini, sede dell’ex casa di riposo, si procederà con la partecipazione all’avviso pubblico regionale Inte.R.SS.eca per la realizzazione o ammodernamento di strutture sociali e socio-assistenziali. «Se riusciremo a ottenere il finanziamento – conclude Santoro – la struttura si trasformerà in centro diurno e centro notturno».