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Traghetti green, Brindisi scippa il primo cantiere alla Sardegna: all’orizzonte centinaia di posti di lavoro

Brindisi potrebbe essere il primo sito in Italia dove costruire traghetti alimentati con carburanti di transizione quali il gnl e, in futuro, il metanolo. A preannunciarlo è stato il presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis, che nel corso dell’assemblea pubblica di lunedì ha dichiarato che «un importante gruppo imprenditoriale vorrebbe realizzare a Capo Bianco…

Brindisi potrebbe essere il primo sito in Italia dove costruire traghetti alimentati con carburanti di transizione quali il gnl e, in futuro, il metanolo. A preannunciarlo è stato il presidente di Confindustria Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis, che nel corso dell’assemblea pubblica di lunedì ha dichiarato che «un importante gruppo imprenditoriale vorrebbe realizzare a Capo Bianco traghetti green, garantendo lavoro a centinaia di persone». La conferma giunge poche ore dopo da uno dei rappresentanti del gruppo di investitori impegnati nel progetto. Raggiunto telefonicamente, il referente – che preferisce rimanere anonimo e non svelare i soggetti imprenditoriali coinvolti – fa il punto della situazione.

«È un investimento in itinere, che sta crescendo – dichiara – soprattutto grazie alla disponibilità che stiamo riscontrando da parte dell’Autorità portuale con il suo presidente in testa e all’entusiasmo del presidente di Confindustria Brindisi. Stiamo inoltre dialogando in modo proficuo con le strutture regionali preposte. Il progetto è molto serio e si prefigge di andare ad occupare una industria che manca in Italia, perché oggi non ci sono produttori di traghetti. Abbiamo però bisogno di tempo. Stiamo preparando la manifestazione d’interesse. È un’iniziativa che prevede la partecipazione di una serie di investitori ma non vogliamo creare inutili aspettative».

In un primo momento, il grande cantiere navale doveva sorgere in Sardegna. Poi, a seguito del coinvolgimento di un soggetto pugliese, è stata valutata la possibilità di spostare l’investimento nel tacco d’Italia.

«Questo è un progetto – racconta il rappresentante degli investitori – che nasce per essere basato in Sardegna. A luglio sono stato coinvolto e ho proposto ai miei soci di spostarlo in Puglia, perché è una base ideale per questi interventi, che necessitano di spazi importanti. Abbiamo bisogno di quindici ettari e di banchine non inferiori a trecento metri. Non sono spazi semplici da reperire in Italia. Abbiamo fatto un’analisi approfondita di molti siti pugliesi e crediamo di aver individuato una soluzione in quel di Brindisi. Siamo in una fase molto avanzata dello studio di fattibilità. Adesso dovremo compiere i primi passi ufficiali, sapendo di poter contare anche sulla disponibilità di un ministro come Fitto, che sicuramente è un top player».

La descrizione delle caratteristiche dell’area combacia perfettamente con la colmata di Capo Bianco, il cui banchinamento sarà completato grazie ai fondi del Pnrr. Quell’area verrà perimetrata per farne una zona franca doganale interclusa. Il vantaggio che ne deriva è quello di introdurre e detenere in tali aree intercluse le merci non unionali in sospensione dal pagamento dei diritti doganali. Il che rende quella banchina una piastra logistica da destinare prioritariamente alle merci. Vi sono tuttavia spazi contermini dove sarebbe possibile effettuare ulteriori banchinamenti per ospitare progetti legati per l’appunto alla cantieristica. Ogni soluzione è al vaglio degli enti e degli investitori. L’occasione pare ghiotta.

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