Tra fuga di cervelli e viaggi di speranza il Sud si spopola: sono 550mila i residenti persi

Di emigrazione è sempre stata caratterizzata l’Italia, e non solo. Nei secoli i popoli si muovono. Si trasformano. Cambiamo.
Ma che sta accadendo in Italia negli ultimi anni? Numeri alla mano e secondo i dati Istat 550mila sono i residenti persi dal Mezzogiorno d’Italia nel decennio 2014-2023 nei confronti del Centro-nord. E si contano circa 1 milione e 150mila movimenti in uscita verso il Centro-nord, circa 600mila sulla rotta inversa. Sono invece 1milione e 81mila il numero di espatri negli anni che vanno dal 2014 al 2023. Poco più di 515mila i rimpatri. Mentre è di 566mila: la perdita di popolazione italiana dovuta agli scambi con l’estero. La mobilità interna è in lieve crescita: in media annua circa un milione 458mila trasferimenti nel biennio, +2,4% rispetto al 2021.

Il nord più attrattivo

Il Nord si conferma l’area del Paese più attrattiva, sia in riferimento ai movimenti con l’estero (+5,2 per mille), sia alla dinamica migratoria interna (+2,1 per mille).
I rimpatriati si dirigono soprattutto al Centro-Sud (con il post pandemia evidenzia un trend in crescita fino al 2019 (68mila rimpatri), un calo in corrispondenza dell’anno della pandemia (56mila) e un rialzo nei due anni successivi quando si sono contati circa 75mila rientri di connazionali l’anno. Nel 2023, invece, il numero di rimpatri torna a scendere (55mila). Così come per tutti i fenomeni migratori, anche i rimpatri risentono molto degli effetti congiunturali di periodo e dell’economia.

Gli incentivi per il Sud

Se da un lato c’è ancora chi va via dal Sud perché in cerca di lavoro, anche dopo la laurea, il rimpatrio o la necessità di restare si fa sempre più forte, anche incentivata da una serie di misure economiche, come il fondo “Io resto al Sud” che è un fondo economico della Presidenza del Consiglio dei Ministri per invogliare a fare impresa nelle regioni meridionali.

La fuga dei cervelli

Secondo i dati Istat circa quattro giovani emigrati italiani su 10 hanno almeno la laurea il trasferimento di residenza all’estero può essere considerato una scelta, transitoria o di lungo periodo, volta a soddisfare le proprie esigenze di conoscenza. Negli ultimi 10 anni i giovani italiani che hanno trasferito all’estero la residenza sono costantemente aumentati, mentre molto meno numerosi sono i rientri in patria. Nel decennio 2013-2022 è espatriato dall’Italia oltre un milione di residenti, di essi oltre un terzo (352mila) con un’età compresa tra i 25 e i 34 anni.

In fondo il viaggio come esperienza è sempre esistito (il famoso Grand Tour), ma c’è chi resta all’estero proprio perchè è lì che trova opportunità di vita migliori, oltre un lavoro più gratificante. Ma c’è anche chi torna (una piccola parte) perchè sente forte il senso della radice con il luogo dove è nato. Di certo negli ultimi anni gli italiani che emigrano lo fanno per ragioni diverse da quelli che meno di cento anni fa andavano in America, oggi si va via per le opportunità di crescita che l’estero offre. andi.ill.

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