Torre Guaceto, riserva naturale che ricade nel territorio di Carovigno, non smette di sorprendere. Dalla necropoli emergono altre 43 tombe dell’età del bronzo. Salgono così a 108 i sepolcri riportati alla luce nelle ultime campagne di scavo. Tra questi spiccano due cenotafi dedicati a chi è morto lontano da casa.
Un viaggio nel tempo lungo 3mila anni
Grazie al lavoro degli archeologi nella necropoli di Torre Guaceto è possibile rivivere le usanze e i riti funebri di una comunità che prosperava tra il XV e l’XI secolo a.C. Urne cinerarie decorate, ornamenti in bronzo e ambra, corredi femminili con fibule e armille: ogni reperto racconta una storia.
La campagna di quest’anno ha portato alla luce 43 tombe, di cui più della metà in condizioni eccellenti.
Lo studio accurato di queste testimonianze, condotto anche grazie a microscavi, promette di svelare nuovi dettagli sulla vita e le tradizioni di questo antico popolo.
Un museo dedicato alla necropoli
Il sogno degli archeologi è quello di realizzare un museo che custodisca e valorizzi i tesori di Torre Guaceto. Un luogo dove le urne e i reperti possano narrare le vicende di chi abitava questa terra millenni fa, divenendo un patrimonio fruibile da tutti.
La scoperta di Torre Guaceto dimostra l’importanza di unire tutela e valorizzazione del territorio. La gestione attenta del sito archeologico ha permesso non solo di preservare la memoria del passato, ma anche di creare nuove opportunità di crescita.