Termosifoni spenti e rinnovabili. Il piano del governo non convince

È stato pubblicato dal ministero per la Transizione ecologica il Piano nazionale di contenimento del gas che, in attesa del decreto che verrà emanato entro fine mese, cercherà di mitigare gli effetti della guerra in Ucraina sulle bollette e ridurre i consumi degli impianti di riscaldamento di case, uffici e locali commerciali.

Il piano emanato dal ministro Cingolani riguarda alcune misure che andranno ad influire sui comportamenti e le abitudini di imprese e famiglie. Nel documento, tra le altre cose, si consiglia di ridurre la temperatura e la durata delle docce, utilizzare lavastoviglie e lavatrici a pieno carico, spegnere i fornelli quando l’acqua bolle e staccare la spina a tv ed elettrodomestici. Lo stesso Piano impone anche di abbassare la temperatura dei caloriferi di un grado al giorno, riducendo la loro accensione in base alla “zona climatica”: a Bari, ad esempio, i riscaldamenti potranno essere accesi per 9 ore al giorno dal 22 novembre al 23 marzo.

Il documento emanato dal MiTE prevede inoltre di tornare ai massimi livelli di produzione di carbone almeno sino a marzo 2023, per poi ricominciare con il percorso di decarbonizzazione. Di queste ore è, a proposito, la notizia del ritorno a pieno regime della centrale Enel di Cerano, in provincia di Brindisi. Tra i vari argomenti trattati nel piano c’è anche la corsa alle fonti rinnovabili attraverso lo snellimento delle pratiche autorizzative: l’obiettivo è arrivare a 8 gigawatt di nuova potenza installata dal 2023 in poi.

«Tutto ciò serve ma non è ancora abbastanza» dice Francesco Manta, docente all’Università Lum ed esperto di politica energetica, che aggiunge: «Stiamo ormai raschiando il fondo del barile: in Puglia queste misure possono essere un palliativo solo momentaneo per famiglie e imprese, anche perché si tratta di un decreto che traghetta le responsabilità sul nuovo governo perché propone misure che dureranno solo pochi mesi». Per il professore il piano nazionale di contenimento del gas è «una misura che ci vuole educare ad un consumo più responsabile, ma che dovrebbe diventare prassi, non eccezione».

Manta si dice inoltre d’accordo con chi propone uno sconto in bolletta con l’aiuto di Tap: «Non credo sia una proposta fuori dal mondo se l’azienda si dice disponibile a versare gli oneri di passaggio e fare una compensazione» dice il docente. Nessuna chiusura, infine, all’ipotesi di trasferimento in Puglia del rigassificatore di Piombino: «Non credo che il nostro mare possa risentire di un impianto del genere» dice Manta, che conclude: «Abbiamo accettato l’eolico off-shore, possiamo accettare un rigassificatore al largo delle nostre coste».

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