«Non è facile mantenere un alto livello di programmazione con le risorse attualmente a disposizione. In ogni caso ci riusciremo, grazie anche al contributo di tanti privati ai quali chiediamo di stare al fianco di un teatro che dà lustro a Bari, alla Puglia e a tutto il Sud». Massimo Biscardi, sovrintendente della Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli, non perde la fiducia. Nemmeno all’indomani del rinvio del “The rape of Lucretia”, l’opera lirica di Benjamin Britten sostituita con “Lo schiaccianoci” di Pëtr Čajkovskij per ragioni legate anche all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime.
Sovrintendente, che cosa aspetta il pubblico che a breve assisterà a “Lo Schiaccianoci”?
«La sostituzione di “The rape of Lucretia” è stata dolorosa. Per rimpiazzarlo, però, non abbiamo puntato su uno spettacolo dello stesso genere e di livello più basso, ma su uno di altro genere e di altissimo livello. L’Accademia della Scala, che interpreterà “Lo Schiaccianoci”, è una fucina di straordinari danzatori e ha un corpo di ballo formidabile composto da giovani destinati a calcare i più grandi palcoscenici al mondo da solisti. E poi “Lo Schiaccianoci” è un titolo più adatto alla stagione alla quale andiamo incontro».
Intanto al Petruzzelli, fino a domani (oggi per chi legge, nda) ci sarà il “Tannhäuser” di Wagner: quale riscontro di pubblico avere avuto finora?
«Siamo andati puntualmente vicino al sold-out, superando l’incasso previsto, a dimostrazione dell’intelligenza del pubblico barese che, se adeguatamente preparato, si rivela disposto ad accettare un genere di teatro diverso dal solito».
Ma come si fa ad avere una programmazione di alto livello quando le risorse a disposizione sono risicate?
«Una Fondazione lirica è un grande privilegio, ma anche un grande impegno per il territorio. Non a caso, in Italia, ce ne sono solo 14 e tante città ne vorrebbero una. Per farle funzionare a dovere, però, serve equilibrio tra l’impegno dello Stato e quello dei soci locali. Altrimenti diventa difficile mantenere alto il livello della programmazione. La sfida, quindi, è coniugare alta qualità e basse risorse finanziare, soprattutto in un momento storico in cui l’inflazione fa aumentare il costo di materie prime ed energia».
Riuscirete a vincere questa sfida?
«Siamo riusciti a chiudere il bilancio in pareggio per nove anni di fila e contiamo di farlo anche nella primavera del 2024, quando tireremo le somme di questo 2023. Stiamo facendo di tutto per centrare l’obiettivo, ma occorre che il territorio stia al fianco del Petruzzelli».
Vi sentite abbandonati?
«Affatto. Siamo consapevoli del momento di difficoltà in cui versano Comuni, Città metropolitane e Regioni, così come le imprese private e i cittadini comuni. Il sostegno da parte delle istituzioni non ci manca, ma ora è indispensabile una maggiore partecipazione da parte di pubblico e privato alla Fondazione Petruzzelli che dà lustro non solo a Bari e alla Puglia, ma a tutto il Sud. Funziona così, per esempio, a Roma, dove grandi marchi come Fendi e Bulgari sostengono il Teatro dell’Opera».
Come sarà la prossima stagione del Petruzzelli?
«Abbiamo tante idee e proposte. Una cosa è certa: ci impegneremo per alzare ulteriormente la .qualità della nostra offerta culturale».