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Tassa di soggiorno, il “No” di Federalberghi e il muro del Consiglio: tutti i nodi da sciogliere

Già durante le discussioni che hanno preceduto l’approvazione del regolamento, la tassa di soggiorno ha spaccato in due l’opinione pubblica, tra quanti hanno dato il benvenuto alla nuova imposta (seppur con qualche riserva) e chi ha espresso sin da subito la sua contrarietà. In questa categoria rientra sicuramente Federalberghi Bari-Bat. L’associazione di categoria più rappresentativa,…

Già durante le discussioni che hanno preceduto l’approvazione del regolamento, la tassa di soggiorno ha spaccato in due l’opinione pubblica, tra quanti hanno dato il benvenuto alla nuova imposta (seppur con qualche riserva) e chi ha espresso sin da subito la sua contrarietà.

In questa categoria rientra sicuramente Federalberghi Bari-Bat. L’associazione di categoria più rappresentativa, attraverso il suo presidente Francesco Caizzi, ha duramente criticato l’imposta. Tra le ragioni addotte, la mancanza di servizi, non solo turistici, che la città di Bari non offre. Più volte Caizzi ha fatto riferimento all’assenza, a Palese, quartiere periferico dove gestisce il suo albergo, di piste ciclabili o aree di sosta per i taxi, servizi tutti presenti in centro città. Per questo motivo, pur avendo raccolto i consensi di altre associazioni, il regolamento non può contare su quello di Federalberghi, disposto a dare il suo ok a una sola condizione: che il Comune si adoperi definitivamente per sanzionare e chiudere le strutture a nero.

«Cittadini e turisti non sono polli da spennare». Svettano ancora, per le strade del capoluogo, i manifesti di BariEcoCity, altra realtà cittadina che ha espresso la sua contrarietà alla nuova imposta. L’associazione di Giuseppe Carrieri scenderà ancora nelle strade questa settimana per portare avanti il volantinaggio anti-imposta.
La tariffa non ha trovato grandi ostilità, invece, nei cinque Municipi, ottenendo l’ok da tutti. Con una riserva: che il comitato di indirizzo, il tavolo da convocare periodicamente per verificare l’andamento dell’imposta, si apra anche ai delegati delle realtà municipali.

Ed è proprio il comitato d’indirizzo l’origine della querelle tra il Consiglio comunale e l’Amministrazione. In commissione Qualità dei servizi, infatti, durante l’audizione dell’assessora Pierucci, gli animi si sono scaldati alla richiesta, rivolta da Pasquale Di Rella, di specificare nel testo del regolamento che, tra i delegati del Comune ci debbano essere anche i consiglieri comunali, a cui spetta l’approvazione del bilancio comunale, dove confluirà il gettito dell’imposta. Così, però, non è avvenuto e ciò fa presupporre una valanga di emendamenti.

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