A ottobre, primo mese di attuazione della tassa di soggiorno a Bari, si è registrata un’evasione dell’imposta del 50%.
È quanto afferma Federalberghi Puglia spiegando che sulla piattaforma Pay Tourist «si registrano al primo di novembre 1.742 strutture iscritte per 122.198 presenze, mentre su Airbnb, la piattaforma web delle locazioni turistiche brevi, si rilevano ben 2.548 attività».
Federalberghi evidenzia che «gli abusivi del turismo ricettivo in città risultano essere oltre 800 che, di conseguenza, avrebbero sviluppato almeno altre 56.000 presenze senza pagare l’imposta di soggiorno».
L’associazione ha presentato anche un ricorso al Tar contro la tassa, attiva dal primo ottobre scorso e ora spiega che il dato relativo all’evasione dell’imposta «evidenzia con i dati quello che la Federalberghi ha previsto e denunciato negli ultimi anni».
Per il vicepresidente nazionale e numero uno barese e pugliese della Federalberghi, Francesco Caizzi, «i dati sulla tassa di soggiorno rilevati dalla piattaforma Pay Tourist hanno confermato per il mese di ottobre un’evasione dell’imposta di quasi il 50%. Da anni scriviamo e denunciamo che è inopportuno, oltre che in palese violazione dei principi costituzionali, deliberare a Bari, con un tasso di abusivismo ricettivo alle stelle, un’imposta iniqua qual è quella di soggiorno che penalizza le strutture alberghiere».