Un camminamento ciclopedonale sospeso a quarantacinque metri d’altezza. È questo il progetto per il Ponte Punta Penna di Taranto presentato venerdì a Bari dall’architetto Alfredo Foresta, titolare dello studio iArchitettura, in vista dei Giochi del Mediterraneo. Un progetto, intitolato “Q.45 – Dna dei due mari”, che vuole aprire un momento di discussione rispetto ad uno degli eventi di maggiore prestigio che la regione Puglia ricordi.
«Il ponte è un pensiero – ha affermato-. È uno stato d’animo. Abbiamo visto che purtroppo i ponti sono primo elemento che viene distrutto durante la guerra. Le infrastrutture non sono solo un momento strutturale, è un momento in cui l’uomo vince sulla natura attraverso coraggio, metodo ed abnegazione. In questo momento come visione di paese, mi piacerebbe tanto essere paese che ha ereditato la definizione di Belpaese. Oggi abbiamo davanti i giochi dei giovani, il ponte è un collegamento generazionale». Nel corso dell’incontro sono intervenuti diverse personalità del mondo della politica per chiarire quali sono gli step che interesseranno nei prossimi mesi i giochi.
Sul tema è intervenuto Vincenzo Di Gregorio, consigliere Regione Puglia responsabile progetto Giochi del Mediterraneo 2026: «Abbiamo messo a posto le carte ed iniziato le opere più importanti come la piscina e lo stadio. Abbiamo avuto sulla piscina 37 richieste di progettazione, ne stiamo definendo 5. A giugno ci sarà la progettazione finale. Speriamo di aprire i cantieri per inizio anno, altrimenti non ce la faremo senz’altro. C’è una polemica sul commissariamento, non mi appassiona come dibattito. Noi vogliamo fare le cose, siamo pronti a collaborare con tutti. Se arriverà un commissario collaboreremo, sennò lavoreremo soli. È un evento importantissimo, la speranza è quella di uscire dalla cultura dell’acciaio attraverso lo sport. Questi eventi sono occasioni di ripartenza».