C’eravamo (forse) tanto stimati. Neanche il tempo di stipulare un trattato di pace, forse più somigliante a una tregua, che subito è ricominciato lo scontro tra l’amministrazione comunale e il Taranto fc 1927.
Il calumet della pace è stato messo da parte e si torna a vivere uno stato di belligeranza su un fronte che indirettamente coinvolge lo stadio Erasmo Iacovone e relativi canoni.
Soltanto martedì mattina le parti si erano incontrate per accordarsi sul pagamento del canone attuale e dei pregressi dovuti dal club rossoblù per l’utilizzo dell’impianto. Un’intesa sulla quale ci sarebbe ancora da lavorare e si continuerà a farlo, ma del «clima di reciproca e costruttiva collaborazione» (come scritto in un comunicato appositamente inviato dal sodalizio sportivo) non sarebbe rimasto più nulla, se non qualche brandello.
Ieri, poco prima delle 9.30, la bordata sparata direttamente dalle finestre di Palazzo di Città e diretta verso un ben preciso bersaglio: Ezio Capuano, tecnico del Taranto che spesso e volentieri esprime con schiettezza e poca diplomazia la sua opinione sulle vicissitudini legate allo stadio Erasmo Iacovone.
Le prime nette dichiarazioni di Capuano che, nolente o volente hanno contribuito a surriscaldare i rapporti, hanno già diversi mesi di vita. Risalgono successivamente all’incendio scoppiato nella Curva Sud dello Iacovone, che lo scorso settembre ospitò i tifosi del Foggia.
Le ultime affermazioni che avrebbero fatto traboccare il vaso comunale, sono state proferite nel post gara con il Potenza di sabato scorso: «Fermo restando che i canoni di affitto si pagano e se il Taranto non l’ha fatto è in difetto, mi chiedo perché ancora non esca il nome di colui che ha accatastato quel materiale sotto lo stadio che oltre a poter provocare una strage ci ha arrecato un danno incredibile».
Su questo corposo substrato verbale è maturato l’attacco del sindaco Rinaldo Melucci: «Il Comune di Taranto sta valutando, e lo ha correttamente comunicato al management della società, di tutelare i propri Uffici tecnici – afferma il primo cittadino – innanzi alle nuove gravi e lesive dichiarazioni del tesserato Ezio Capuano. Va da sé che in costanza di un eventuale contenzioso legale alcun negoziato a contrarre una nuova convenzione sarà possibile, come da norma».
La stoccata è forte, con controreplica del presidente del Taranto Massimo Giove giunta undici ore dopo: «Avremmo voluto evitare, ancora una volta – si legge – di rispondere alle sterili provocazioni del sindaco Rinaldo Melucci e lo abbiamo dimostrato tacendo sulle inesattezze comunicate alla stampa relativamente alla convocazione del Comune sul tema dei canoni insoluti, perché è stato il nostro club a richiedere in più riprese un incontro. Non risulta che il nostro allenatore abbia avuto espressioni lesive, nocive o abbia mancato di rispetto al Primo Cittadino o al Comune che rappresenta. Capuano ha piuttosto risposto, peraltro in modo garbato ed elegante, perché chiamato in causa da una precedente ed ulteriore provocazione. Inoltre non comprendiamo quale ragionevole nesso possa esserci tra le dichiarazioni del nostro tecnico e la concessione in uso dello stadio Iacovone».