Chiedono certezze occupazionali e misure di sostegno economico immediate i 73 dipendenti dell’ex Isolaverde, società partecipata della Provincia chiusa nel 2016, rimasti senza reddito da maggio scorso. Stamattina i lavoratori, insieme al sindacato Cobas Lavoro Privato, hanno organizzato un nuovo presidio davanti alla prefettura di Taranto.
Gli ex Isolaverde sono in attesa di essere riassorbiti nel progetto Green Belt Taranto, finanziato con i fondi europei del Just transition fund, ma – secondo quanto riferito dal Comune – il loro ritorno effettivo al lavoro non potrà avvenire prima della metà del 2026. «La situazione non è migliorata, da maggio non prendono un centesimo di reddito e quindi è possibile immaginare le famiglie in che condizioni sono», denuncia Salvatore Stasi dei Cobas.
«Ci avevano detto che sarebbero rientrati a gennaio con il progetto Green Belt. Dieci giorni fa ci hanno comunicato che, se va bene, se ne parlerà a metà dell’anno prossimo, altrimenti a fine 2026». Stasi spiega che con la task force per l’impiego era stata trovata una soluzione «in un emendamento da inserire in un decreto d’urgenza per utilizzare 10 milioni della Regione Puglia conservati per gli ammortizzatori sociali dal primo luglio di quest’anno». Ma l’emendamento, proposto in Parlamento, è stato bocciato, lasciando ancora i lavoratori senza prospettive. «Ci sono 73 famiglie che non possono mangiare, in questo modo si alimenta lavoro nero. La gente non può stare senza cibo e medicine. Ci vogliono altri ammortizzatori sociali. Dico ai parlamentari: muovetevi», conclude Stasi.










