A un mese dalla scomparsa di Franco Sebastio, ex procuratore della Repubblica a Taranto, il mondo accademico e la magistratura hanno organizzato una serata per ricordare la figura del magistrato, docente, scrittore e assessore.
Tanti i ricordi personali, di amici e colleghi, a cominciare dal procuratore generale della Corte d’appello di Lecce Antonio Maruccia. «Un uomo libero – ha detto – verso il quale la magistratura e la città di Taranto sono in debito. Un uomo immerso nella società, non arroccato nella sua torre, che tuttavia è riuscito a fare il procuratore della Repubblica senza mai essere colpito dalla parzialità. Dobbiamo fare qualcosa per raccogliere la sua eredità, coltivare la sua memoria».
La direttora di Edicola del Sud, Annamaria Ferretti, che ha moderato l’incontro, ha proposto durante il dibattito di intitolare un’aula o uno spazio del tribunale di Taranto a Franco Sebastio, oppure di dare il suo nome a una borsa di studio. Negli ultimi anni Sebastio era diventato presidente del gruppo Ladisa e aveva fondato il quotidiano Edicola del Sud. La proposta è stata accolta con entusiasmo dal procuratore Maruccia e anche dall’attuale procuratrice di Taranto Eugenia Pontassuglia. E oltre all’alto profilo professionale di «un uomo che ha vissuto mille vite, tutte con la stessa passione», per dirla con l’ex presidente del tribunale Antonio Morelli, è emerso anche un racconto più intimo dell’uomo, delle sue passioni per la città, la musica, gli animali, l’amore sconfinato per la famiglia.
«Un uomo equilibrato che dominava il tempo e riusciva a semplificare le cose complesse, senza enfasi. Un grande signore, che ha accusato senza offendere, ha vinto senza vantarsi. Ha cambiato in meglio la storia di Taranto», ha detto, commosso, il giudice Morelli. Il professor Domenico Rana, presidente del conservatorio Paisiello, ha raccontato alcuni retroscena della vita istituzionale della città. «Quando ero presidente della Provincia – ha ricordato Rana – Franco Sebastio era al mio fianco per ogni scelta importante. La sede stessa dell’università in cui oggi ci troviamo la scegliemmo io, il sindaco e Franco Sebastio e fu sua anche la scelta della sede del conservatorio. Era sempre dalla parte degli studenti. Amava la musica, avrebbe voluto studiarla e quando veniva nel mio studio legale a parlare di sentenze della corte costituzionale o della cassazione, finiva sempre per chiedermi di ascoltare un pezzo jazz al pianoforte. Il suo impegno per i giovani di questa città, che voleva fortemente restassero a studiare a Taranto, è stato enorme».