Taranto, patto da 200 milioni: sulle scorie ex-Ilva nasceranno gli yacht

Un progetto da 200 milioni di euro per riqualificare un pezzo del porto di Taranto, l’ex yard Belleli fermo da un ventennio e inquinato dall’allora Italsider e avviare un cantiere nautico dove verranno costruiti lussuosi yacht firmati Ferretti.

Ieri la firma dell’accordo di programma tra l’azienda, enti locali (Regione, Provincia, Comune di Taranto e autorità portuale) e agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro e quattro ministeri (Sviluppo economico, Transizione ecologica, Infrastrutture e Sud). Sul tavolo 200 milioni di euro, una sessantina investiti dall’azienda e il resto da fondi pubblici ripartiti tra governo, Regione, Autorità portuale e Cis, il contratto siglato col governo nel 2015 per lo sviluppo delle aree del Tarantino maggiormente colpite dall’inquinamento industriale.

Il cantiere navale Ferretti avrà uno stabilimento produttivo attrezzato per la costruzione di modelli e stampi e per la produzione di scafi, coperte e sovrastrutture. Lo stabilimento occuperà un’area complessiva di 220 dei 380 mila metri quadrati dell’ex area Belleli, di cui 65mila coperti suddivisi in capannoni, magazzino, cabine, uffici e spogliatoi. Il cantiere avrà una sua banchina sul mare di 50 metri in esclusiva per l’attracco di chiatte da trasporto. I capannoni saranno attrezzati con impianti specifici, quali quelli di climatizzazione e controllo di temperatura e umidità, di resinatura, di aspirazioni polveri e solventi. È prevista, inoltre, la creazione di una cabina di verniciatura e di un forno di cottura.

Investimenti anche per 3,5 milioni per lo sviluppo sperimentale che riguarderà la messa a punto di soluzioni tecnologiche. Saranno impiegate circa 200 persone, di cui la metà verrà reclutata direttamente da Ferretti tramite un’agenzia. L’ex yard Belleli figura da oltre vent’anni tra gli interventi inseriti nel programma nazionale di bonifica dei siti inquinati di interesse nazionale (Sin).

Il progetto di bonifica e messa in sicurezza del 2000 è stato completato solo in parte e ora verrà rimodulato in base al progetto di Ferretti. Prevede anche dragaggi della falda, (45 milioni di euro sono già disponibili in capo all’autorità portuale) e la realizzazione di una copertura per rifunzionalizzare l’area. Fu originariamente costruita con una colmata (yard), creata negli anni Settanta da riporti di scorie e loppe d’altoforno provenienti dalle acciaierie limitrofe Italsider e Ilva, dove si è insediato dal 1981 lo stabilimento di proprietà della Belleli che si occupava di attività industriali con le piattaforme petrolifere. L’area, ormai dismessa, è stata poi attraversata dal canale di scarico dell’acciaieria Italsider che ha prodotto un inquinamento da solidi e fanghi trascinati dalle acque di scarico, anch’essi in un secondo tempo ricoperti da materiale di riporto costituito da loppa granulata d’altoforno e residui di acciaieria.

Dopo la firma dell’accordo, il cronoprogramma prevede una conferenza di servizi, poi contratto di sviluppo “Fast track” e lavori di bonifica e industrializzazione da concludersi di qui a circa due anni e mezzo. «L’investimento farà crescere la cantieristica navale di qualità nel nostro porto attirando altri investirono che vedono in Taranto un banco di prova per una buona e nuova economia alternativa alla monocultura siderurgica» commenta il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci.

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