Taranto, oltre 800 operatori di call center in “sciopero del sangue”

Una protesta insolita e toccante si è svolta oggi a Taranto, dove centinaia di lavoratori di due importanti call center hanno deciso di donare il sangue per denunciare l’incertezza sul loro futuro contrattuale. Da oltre un mese, circa 850 operatori, fra Covisian e Network Contacts vivono nel limbo, senza sapere a quale contratto collettivo di lavoro faranno riferimento.

Di fronte a questa situazione di stallo, i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Ugl Tlc Puglia hanno indetto uno “sciopero del sangue”, trasformando la protesta in un gesto di solidarietà verso la comunità.

«Abbiamo deciso di donare il nostro sangue per dimostrare che, nonostante le difficoltà, siamo pronti a dare il nostro contributo – ha spiegato Tiziana Ronsisvalle, segretaria della Slc Cgil di Taranto -. La nostra battaglia è per la dignità e la certezza del lavoro, ma anche per la salute dei cittadini».

Un gesto di solidarietà che diventa denuncia

Con questa iniziativa, i lavoratori dei call center non solo hanno dimostrato il loro senso civico, ma hanno anche lanciato un appello alle istituzioni e alle aziende coinvolte affinché si trovi al più presto una soluzione alla loro situazione.

«È inaccettabile che lavoratori che ogni giorno rispondono alle chiamate di migliaia di cittadini si trovino in questa condizione di precarietà – ha aggiunto Ronsisvalle -. Chiediamo un intervento urgente per garantire la certezza contrattuale e tutelare i diritti di questi lavoratori».

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