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Taranto, l’idea di città porto tra scalo crocieristico e innovazione urbana

Mentre resta incerto il futuro produttivo dello stabilimento siderurgico tarantino e sfuma l’investimento della Renexia nell’area industriale, pare tornare a navigare il progetto di ampliamento del terminal crocieristico Falanto, avviato nel 2020 con la concessione per 40 anni della gestione di servizi in favore dei crocieristi in imbarco, sbarco, transito nel porto di Taranto presentata…
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Mentre resta incerto il futuro produttivo dello stabilimento siderurgico tarantino e sfuma l’investimento della Renexia nell’area industriale, pare tornare a navigare il progetto di ampliamento del terminal crocieristico Falanto, avviato nel 2020 con la concessione per 40 anni della gestione di servizi in favore dei crocieristi in imbarco, sbarco, transito nel porto di Taranto presentata dalle società Port Operation Holding (Poh) e Global Ports Melita Limited (Gpm), controllate dalla Global Ports Holding, il più grande operatore indipendente di terminal crociere al mondo.

La prospettiva

Un ritorno d’interesse che fanno chiedere a Nicola Spinelli, membro del coordinamento cittadino di Per, quali sia il futuro del terminal, posto che la società concessionaria avrebbe manifestato la volontà di investire 3 milioni di euro per la realizzazione di un nuovo terminal. «Un’opera importantissima – commenta Spinelli – che potrebbe generare un ulteriore flusso di crocieristi, con la possibilità di destagionalizzare e allungare il periodo di operatività delle crociere nel porto di Taranto».

L’appuntamento

Intanto, nei giorni scorsi a Trieste tavola rotonda caratterizzata da un focus sui progetti dei porti di Catania, Taranto e Trieste, dal titolo “Città e porto: sviluppo, rigenerazione e innovazione”. Per la città ionica sono intervenuti Mattia Giorno, vicesindaco di Taranto, e Laura Cimaglia, dell’Autorità del Sistema Portuale del Mar Ionio. Giorno ha sottolineato come il progetto di rigenerazione urbana relativa al waterfront debba essere posto all’interno di un sistema più ampio che preveda, ad esempio, un piano urbanistico che manca da troppi anni, da quando le nostre città erano qualcosa di completamente diverso da oggi. Cimaglia ha illustrato i termini del progetto “Cluster del mar Ionio: Taranto”, ovvero l’insieme delle attività economiche, industriali e marittime che si sviluppano lungo la costa ionica.
L’appuntamento triestino prosegue il confronto avviato lo scorso 7 maggio a Roma con il convegno “Resilienza dei porti – Le opere di ingegneria marittima e i cambiamenti climatici”, ampliando il dialogo e l’analisi sui temi strategici per il futuro delle città portuali. Un incontro promosso dal Consiglio nazionale degli ingegneri, insieme ad Assoporti, al Consiglio superiore dei lavori pubblici e all’Ordine degli ingegneri.

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