Taranto in festa per San Cataldo, monsignor Miniero: «Riscopriamoci fratelli e sorelle»

Non solo San Nicola a Bari. Anche Taranto è in festa per il suo patrono San Cataldo. Oggi l’arcivescovo del capoluogo ionico, Ciro Miniero, ha simbolicamente consegnato al sindaco Rinaldo Melucci la statua del Santo prima della processione in mare.

In occasione della cerimonia de “u pregge” (il privilegio), Miniero ha fatto riferimento alla vicenda dell’ex Ilva: «Non ci sono ignote tutte le nostre sfide – ha affermato -. Sfide complicate della salute e del lavoro, in un panorama di un mondo sempre più piccolo lacerato dalla guerra. Sappiamo bene quali sono i bisogni e le emergenze di Taranto».

Rivolgendosi a Melucci durante la consegna della statua, Miniero ha rivolto a San Cataldo la preghiera «affinché rimargini una sola ferita, quella più profonda, dalla cui cura e guarigione dipende molto dei nostri passi avanti. Per l’intercessione di Cataldo vorrei che ci riscoprissimo fratelli e sorelle, che pacificassimo gli animi di una comunità frammentaria e divisa, tante volte incapace di custodirsi e poco allenata a volersi bene».

Il programma dei festeggiamenti prevede in serata il corteo a mare e venerdì, giorno di San Cataldo, la processione a terra con il coinvolgimento delle confraternite dell’Arcidiocesi.

«Richiamandomi ancora al Vangelo, vi è – ha aggiunto l’arcivescovo – l’esempio della venuta del padrone che piomba quando meno ce ne accorgiamo come un ladro che viene a scassinare la casa. È chiaro che il Signore non è un ladro. I veri ladri sono i servi la cui disonestà sta nel loro cuore addormentato che non si lascia interpellare e formare dalla Parola di Dio. San Cataldo faccia sì che non capiti così a noi».

La festa «di oggi – ha concluso monsignor Miniero – ci insegni a gioire per le gioie altrui, vincendo su egoismi ed arrivismi, perché una comunità è tale solo se aperta a tutti, inclusiva responsabile. Sia così per Taranto e la festa sia occasione di incontro perché nel segno di Cristo siamo chiamati a ritrovarci come comunità felici di appartenere a questa città, a questa terra e a questo mare».

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