Taranto, giorni decisivi per la giunta ma c’è il giallo delle firme. Battista: «Fiusco faccia i nomi»

Sono giorni decisivi per la ricomposizione e il riavvio della giunta guidata dal sindaco Melucci. Sono rimasti in sella, dopo l’azzeramento arrivato a un anno esatto di vita dell’esecutivo, solo il vice sindaco Fabrizio Manzulli e l’assessore Mattia Giorno. Presto partirà un nuovo giro di consultazioni tra Rinaldo Melucci e i partiti che lo sostengono. Dalle trame di palazzo è venuto fuori, ca va sans dire dai social, il racconto di un tentativo fallito di congiura ai danni del primo cittadino.

Il consigliere comunale di maggioranza Giuseppe Fiusco ha raccontato su Facebook di aver ricevuto la visita fin sotto casa di ambasciatori che gli chiedevano una firma per le dimissioni. Insomma il retroscena farebbe tornare immediatamente a quanto successo a novembre del 2021, quando in 17 si dimisero mandando a casa la prima giunta Melucci. Stavolta sarebbero stati in 13 a cospirare.

Il consigliere ha “confidato” al social network di aver respinto l’offerta, augurato «buon giro di firme» ai non meglio precisati tredici “congiurati” e sarebbe anche pronto a federarsi col gruppo di Con. Cosa che ha già formalizzato Paolo Castronovi, che ieri ha lasciato lo stesso gruppo di Fiusco, Riformisti per la Puglia, tornando in quello con cui era stato eletto: “Socialisti e Repubblicani – Melucci sindaco”. Secondo i bene informati a palazzo di città, sembra che Maria Luppino, in quota M5s e Laura Di Santo siano destinate a non essere confermate nella squadra di governo. Alla delega all’Ambiente, finora affidata all’avvocata Di Santo, pare si sia candidato proprio Castronovi.

Tra le altre manovre che si sono registrate, come scosse di assestamento durante il terremoto politico in corso, anche il ritorno di Michele Mazzariello in “Taranto Popolare – con Melucci sindaco”, dopo essere transitato nel gruppo “Taranto 2030”. Quanto a Fiusco, c’è chi ipotizza che abbia solo cercato visibilità per accreditarsi come fedele al sindaco. è il caso del segretario cittadino della Lega e consigliere comunale Francesco Battista. «Devo pensare – dice – che questa storia se l’è inventata il consigliere per avere un po’ di visibilità oppure in caso contrario chiarisca e faccia i nomi.

Mi sembra invece un maldestro tentativo di mettere sotto pressione il sindaco, perché ascolti le rivendicazioni di qualche gruppo consiliare che, probabilmente in queste ore, viene ignorato». E se Svolta Liberale e FdI hanno chiesto le dimissioni del sindaco, Battista si augura che siano nominati assessori «professionisti in grado di portare avanti i vari dossier, che possano far cambiare volto alla città, altrimenti sarà la solita mossa per rimescolare le carte ed accontentare partiti e liste».

Il Pd ha già chiesto un incontro al sindaco chiudendo la porta in faccia a Italia Viva e Massimiliano Stellato, che da tempo corteggiano Melucci proponendogli un’alleanza. «Non presteremo il fianco a chi in passato ha raccolto firme per far cadere l’amministrazione e oggi si iscrive erroneamente nel campo dei riformisti», ha detto la segretaria cittadina Filippetti. «Il Pd pensa alle poltrone, noi agli interessi della città», la replica di Stellato.

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