Tanto verde e aree relax, ecco come sarà il Parco della giustizia a Bari

C’è tanto verde, numerose aree ristoro e anche punti relax, ma soprattutto c’è tanta speranza di guardare al futuro nelle fotografie, diffuse ieri dall’Agenzia del Demanio, di come diventerà il Parco della Giustizia. L’intervento prevede la demolizione di tutti gli edifici esistenti, il miglioramento del microclima ambientale e un forte aumento della permeabilità dell’area. «Si tratta – ha commentato il sindaco Antonio Decaro – di un luogo nuovo, di tutti, in cui potersi incontrare e confrontarsi, vivere esperienze diverse, aggregative, relazionali e sensoriali immersi nel verde».

Il Parco della Giustizia sorgerà nell’area delle caserme Milano e Capozzi, che “tagliano” la città attraversando San Pasquale e Poggiofranco. Si tratta di un’area che il Governo aveva ceduto a Palazzo di città proprio per le esigenze dell’edilizia giudiziaria, un aspetto difficile della vita della città. «Per tanto tempo – ha commentato il sindaco Decaro – abbiamo discusso dell’inadeguatezza degli uffici giudiziari sparsi in più zone della città, assistendo anche all’umiliazione dei processi che si svolgevano nelle tende». Il riferimento è alla primavera del 2018, quando, dopo che l’ex Palagiustizia di via Nazariantz fu dichiarato inagibile, magistrati e avvocati continuarono a svolgere l’attività giudiziaria in tende e baracche nelle immediate vicinanze del palazzo.

«Abbiamo lavorato con governi e ministri diversi – a continuato il primo cittadino – superato intoppi burocratici e ostacoli procedurali fino ad arrivare a questo punto. Oggi vediamo le immagini di un grande parco urbano, in un’area di 150 mila metri quadri, aperto e a servizio della città che circonderà gli uffici giudiziari realizzati in quattro edifici con corti verdi in una zona della caserma Capozzi». Secondo Decaro, la realizzazione della nuova “capitale” dell’edilizia giudiziaria nel capoluogo porterà numerosi benefici anche in termini di sostenibilità alla città. «L’intervento prevede la demolizione di tutti gli edifici esistenti, il miglioramento del microclima ambientale e un forte aumento della permeabilità dell’area. Un luogo nuovo, di tutti – ha concluso il presidente dell’Anci – in cui potersi incontrare e confrontarsi, vivere esperienze diverse, aggregative, relazionali e sensoriali immersi nel verde».

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