Superbonus, stop all’acquisto dei crediti da parte degli Enti locali. Caracciolo: «Scelta sconsiderata»

«Con il blocco del superbonus e degli altri bonus edilizi si infligge un duro colpo alle imprese di tutto il paese. Non è così che si affrontano le emergenze», tuona oggi il capogruppo del Partito Democratico Filippo Caracciolo.

«Il decreto legge approvato – afferma Caracciolo – blocca definitivamente e con effetto immediato lo sconto in fattura per le imprese e la cessione dei crediti di imposta relativi al Superbonus e agli altri bonus edilizi. Come se non bastasse, diventa impossibile per gli Enti locali acquistare i crediti incagliati, il che significa condannare alla chiusura decine di migliaia di imprese. La situazione sta diventando drammatica in tutto il Paese ed anche nel nostro territorio le ripercussioni diventano sempre più gravi».

Proprio l’acquisto dei crediti da parte degli enti locali era stato oggetto di una proposta di legge regionale che presto sarebbe stata discussa dall’aula di via Gentile. «Il comparto edilizio, già fiaccato dal caro energia, ha bisogno di soluzioni concrete – conclude Caracciolo -. Si confermi il credito d’imposta e si apra un confronto serio sul costo di materie prime ed energia, emergenza che in maniera incosciente il governo di centrodestra continua a ignorare». Un problema che, però, al di là delle singole prese di posizione, stenta ad essere risolto.

Secondo il data analyst Davide Stasi, l’impasse che si è creata genererà nuova cassa integrazione. «La scelta del governo è sbagliata – afferma – sotto molti punti di vista, soprattutto dal punto di vista occupazionale, mettendo così a rischio migliaia di posti di lavoro. Eppure era già da tempo necessario ridiscutere il sistema degli incentivi onde evitare quello che sta accadendo. Ma ora non si possono lasciare imprese e famiglie in mezzo alla tempesta».

Secondo l’esperto, tali provvedimenti andranno a colpire le fasce meno abbienti della popolazione che non possono permettersi di pagare di tasca propria le spese di ristrutturazione e di riqualificazione energetica degli immobili. «Occorrerebbe oggi un compratore di ultima istanza – sottolinea e propone Davide Stasi – che acquisti i crediti incagliati per far ripartire il settore soprattutto alla luce della direttiva Epbd, “Energy performance of buildings directive”, aggiornata appena qualche giorno fa, che non si limita a fornire indicazioni sulla riqualificazione degli immobili, residenziali e non. Contiene infatti anche un lungo calendario di prescrizioni, che puntano, nel giro di qualche anno, a ridurre le emissioni degli edifici». Per trovare una alternativa il centrodestra sta pensando a una cartolarizzazione dei crediti bloccati. In sostanza, verrebbero trasformati in titoli con e messi sul mercato. «Non è stato bloccato il superbonus – ha sottolineato ieri su Rai Tre Alfredo Antoniozzi, vice presidente di Fratelli d’Italia alla Camera – ma la cessione del credito agli enti locali che si stavano sostituendo al sistema bancario». A Palermo, intanto, la Fillea Cgil è pronta alla mobilitazione e segnala già i primi effetti nel settore edile del blocco.

«Nel capoluogo siciliano – spiega il segretario generale Piero Ceraulo- negli ultimi anni si è determinata una bolla espansiva davvero significativa, che ha generato nuova occupazione che da decenni non vedevamo nel settore delle costruzioni. Parliamo di quasi 4mila lavoratori in più negli ultimi 2 anni».

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