Superbonus: corsa a chiudere le pratiche del 110%. In Puglia partiti 1.602 cantieri

A sole quarantotto ore dal quarto decreto Aiuti varato dal governo, il super bonus torna al centro del dibattito politico. Nel mirino finisce soprattutto la scelta di cambiare le regole in corsa.

L’esecutivo si difende e parla di una decisione necessaria: «La copertura al 110% – ha dichiarato Giorgia Meloni – ha deresponsabilizzato chi la usava: se uno non era chiamato a contribuire non si chiedeva se il prezzo era congruo. Questo ha portato distorsione sul mercato a beneficio prevalentemente dei redditi medio alti». Un’ idea, quindi distorta di gratuità con un costo complessivo per lo stato di 60 miliardi e un buco di 38. Secondo il report Enea in Puglia, al 31 ottobre, erano 1602 gli interventi di efficientamento energetico avviati attraverso il super bonus. Un dato in crescita del 15% rispetto a fine agosto, complice probabilmente l’avvicinarsi della prima scadenza imposta di fine settembre e l’avvio dei lavori dei condomini “ritardatari”.

Un valore complessivo di 1 miliardo e 120 milioni solo in Puglia, circa 700 mila euro per condominio. Oggi si prova a salvare tutti coloro che hanno avviato da tempo la complessa e articolata pratica del 110% e che sono di fatto a un passo dall’inizio lavori. La nuova versione della norma approvata in Consiglio dei ministri introduce per i condomini una doppia condizione che imprese e contribuenti dovranno rispettare. In particolare entro il 25 novembre dovrà essere avviata la comunicazione, Cilas per il super bonus e, entro la data di entrata in vigore del nuovo decreto, dovrà essere deliberata dal condomino l’approvazione all’esecuzione dei lavori. In pratica ancora poche settimane per valutare ed agire. A partire dal primo gennaio è prevista una riduzione dell’agevolazione fiscale al 90% per tutte le spese sostenute da proprietari di villette unifamiliari. Per chi invece ha iniziato già i lavori e raggiunto la temuta soglia del 30% entro il 30 settembre il bonus 110% viene prorogato fino al 31 marzo. Si aggiunge la possibilità di riaprire nuovi interventi da parte dei “soli proprietari” sulle unità unifamiliari, purché queste siano le abitazioni principali e soprattutto il contribuente, che effettua gli interventi, abbia un reddito non superiore a 15mila euro. La vera novità in tema di reddito riguarderà anche il nuovo concetto di “quoziente familiare” che al momento non è stata ancora del tutto formalizzata ma che pare sarà composto dalla somma dei redditi complessivi posseduti dal contribuente, nell’anno precedente a quello in cui viene sostenuta la spesa, dal possibile coniuge e dai familiari conviventi.
Antonella Annese

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