Quasi il 15 per cento dei pugliesi ha deciso di aderire a bonus e superbonus per la riqualificazione energetica degli immobili. Infatti, su poco più di 4 milioni di abitanti della nostra regione, sono 577 mila che hanno deciso di riqualificare, fruendo degli incentivi fiscali.
L’Osservatorio Aforisma
Il dato emerge dal nuovo studio condotto dall’Osservatorio economico Aforisma, che ha elaborato i numeri delle dichiarazioni trasmesse all’Agenzia delle entrate. L’analisi prende in esame tutte le aliquote di detrazione (dal 36 al 110 per cento) introdotte per favorire i lavori di recupero del patrimonio immobiliare. I pugliesi hanno portato in detrazione ben 400,8 milioni di euro, con la dichiarazione dei redditi 2023 riferita all’anno d’imposta 2022. La media è di 695 euro.
Le tipologie
«Gli interventi – spiega Davide Stasi, data analyst di Aforisma – hanno riguardato principalmente gli edifici costruiti nel decennio 1970-1980; a seguire, quelli del decennio 1980-1990. Dunque, meno nuove costruzioni, ma più ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche. Il calcolo tiene conto dell’ammontare complessivo delle detrazioni che si riferiscono agli interventi in corso e a quelli degli anni precedenti incentivati dalla forte spinta rappresentata dai bonus recentemente introdotti: su tutti il Bonus facciate (con detrazione al 90 per cento, poi sceso al 60 e infine abolito) in vigore dal 1 gennaio 2020 e il superbonus (con detrazione al 110 per cento, poi sceso al 90 per cento nel 2023, al 70 per cento nel 2024 e al 65 nel 2025) in vigore dal 1 luglio 2020».
I bonus
In particolare, le detrazioni per le spese di recupero del patrimonio edilizio ammontano a 339,6 milioni, a cui si aggiungono quelle per gli interventi finalizzati al risparmio energetico pari a 61,2 milioni di euro. I bonus, dunque, continuano così a rilanciare l’edilizia e a stimolare la crescita del Pil, seppur in misura inferiore rispetto all’anno passato, a causa della continua revisione del quadro normativo, modificato più volte dai numerosi provvedimenti emanati. Nel complesso, però, sono notevolmente aumentati i lavori in casa o in condominio nel corso degli ultimi tre anni.
La cessione del credito
Una parte dei lavori, però, è rimasta fuori dall’ultima dichiarazione dei redditi. In tanti, infatti, hanno optato per la cessione del credito e lo sconto in fattura, soprattutto per quanto concerne il Bonus facciate e il superbonus. «C’è alla base una ragione molto semplice – prosegue Stasi – Per molti contribuenti l’imposta da versare all’erario risultava insufficiente per utilizzare in pieno le detrazioni. Per molti contribuenti, allora, l’unica alternativa è stata la cessione del credito della quale non si trova traccia nelle dichiarazioni». Ricordiamo, in ultimo, che il bonus ristrutturazioni scenderà al 30 per cento dal 2028, e il controllo da parte dei comuni sarà molto più serrata.