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«Stop agli accordi tra l’Università di Bari e la Marina»: gli studenti protestano in Ateneo

Dagli striscioni contro la guerra alla foto “incriminata” del rettore Stefano Bronzini con Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della Marina militare italiana. È stata una lunga protesta quella che ieri gli studenti dell’Università “Aldo Moro” e militanti del movimento comunista “Cambiare rotta” hanno organizzato nell’atrio dell’Ateneo, in occasione della seduta del Senato accademico. Nel…

Dagli striscioni contro la guerra alla foto “incriminata” del rettore Stefano Bronzini con Enrico Credendino, capo di Stato maggiore della Marina militare italiana. È stata una lunga protesta quella che ieri gli studenti dell’Università “Aldo Moro” e militanti del movimento comunista “Cambiare rotta” hanno organizzato nell’atrio dell’Ateneo, in occasione della seduta del Senato accademico.

Nel mirino dei contestatori sono finiti gli accordi che l’Università ha firmato proprio con la Marina e che, secondo l’organizzazione, finirebbero per finanziare il conflitto israelo-palestinese.

Naturalmente, i militanti comunisti hanno contestato i rapporti con la fazione israeliana che ci sarebbero a valle degli accordi con la marina. Sventolando bandiere palestinesi e urlando cori al megafono, Cambiare rotta ha chiesto esplicitamente «la complicità con il genocidio sionista fino alla vittoria». La manifestazione è arrivata a un mese di distanza dall’ultima contestazione al Senato accademico dell’Uniba, dopo varie mail indirizzate al rettore e alla prorettrice. Inoltre, proprio ieri, si è tenuto il consiglio affari esteri dell’Unione europea, con la votazione finale sulla missione militare nel Mar Rosso, operazione Aspides, che vedrà, stando a quanto denunciato dagli organizzatori della manifestazione «un diretto coinvolgimento della Marina Militare italiana a sostegno di Israele, rendendosi di fatto complice del genocidio in corso nella striscia di Gaza». «Sappiamo bene, soprattutto per quanto riguarda l’Università di Bari, dell’esistenza di strette collaborazioni tra il mondo dell’alta formazione e la filiera della guerra, dagli accordi con l’industria bellica, a quelli con l’esercito, la Nato e Israele stessa», prosegue il documento diffuso dagli studenti di Cambiare rotta al margine dell’iniziativa di protesta.

Ed è da qui che nasce la contestazione. «Chiediamo lo stop immediato di questi accordi, gli studenti e le studentesse di Bari stanno con la Palestina e non vogliono essere complici di questo genocidio». Ma potrebbe esserci una svolta. Il rettore Bronzini, stando a quanto dichiarato dai contestatori, sarebbe pronto ad organizzare un evento pubblico con la comunità studentesca per spiegare la posizione dell’Ateneo. «Abbiamo ottenuto la promessa d’impegno da parte del rettore Stefano Bronzini, di partecipare ad un confronto pubblico, aperto a tutta la comunità accademica e studentesca, sul tema degli accordi – si conclude il documento -Non ci fermeremo, vigileremo e lavoreremo per la realizzazione di questo incontro il prima possibile».

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